La maggioranza respinge per la quarta volta in vent’anni la richiesta di istituire una Commissione comunale antimafia

Ma la maggioranza non ci sente, e in aula la discussione è finita in bagarre: tensione alle stelle e minacce di querela da parte di qualche Consigliere del Pdl nei confronti di alcuni colleghi dell’opposizione.
“Non siamo disponibili a discettare di ‘filosofia delle mafie’ in inutili commissioni, utili forse a certi professionisti dell'antimafia ma non al ripristino della legalità” ha spiegato Carlo Fidanza, consigliere comunale del Pdl e presidente della Commissione Expo di Palazzo Marino.
Le posizioni restano quelle di sempre, ovvero quelle del 1993, quando fu la Lega ad opporsi, e quelle del 2000 quando il niet arrivo dall’allora Casa delle Libertà.
Da un lato c’è chi ritiene sia importante dimostrare che anche le istituzioni locali, pur nei limiti del loro ruolo non giudiziario, vogliono e devono contribuire al monitoraggio delle attività economiche più minacciate dalle organizzazioni mafiose. Non solo per dare un segnale di trasparenza e intransigenza ai cittadini, ma anche perché solo attraverso una conoscenza più approfondita e capillare delle realtà a rischio è possibile prevenire e contrastare eventuali infiltrazioni criminali.
Dall’altro c’è chi da quasi vent’anni continua a ripetere come un mantra la teoria della strumentalizzazione ai fini della propaganda politica e dell’incompatibilità di una commissione comunale d’inchiesta con il lavoro di delle forze dell’ordine e alla magistratura nelle indagini.
“Lo stupore con il quale Palazzo Marino commentato gli arresti recenti la dice lunga: le alte cariche di questa città sono totalmente inconsapevoli di quanto sta accadendo -denuncia Majorino- Non solo: vi è anche una pericolosa sottovalutazione delle evidenti responsabilità e complicità politiche”.
Giulia Cusumano