Il lungo percorso della Gronda Nord da strada interquartiere a strada urbana di quartiere è un nuovo nome per un progetto vecchio

Per questo il Coordinamento dei Comitati contro la gronda nord si era appellato alla Corte di Giustizia europea del Lussemburgo, presentando nel tempo svariati ricorsi che sostenevano la necessità di una valutazione di impatto ambientale dell’asse viabilistico rinominato come Strada Interquartiere Nord, mentre il Comune procedeva con i lavori su alcuni tratti (Niguarda, Eritrea-Bovisasca): sono solo pezzi di strada, in fondo. Poco importa che nei documenti di pianificazione comunali ci fosse la previsione dell’integrale SIN, dallo svincolo di cascina Gobba a Largo Boccioni ed oltre le autostrade, che andava a innescarsi con un sistema di svincoli sulle tangenziali autostradali del nord-ovest di Milano.
L’attuale Giunta però è riuscita a far ‘meglio’ rispetto a quella guidata da Albertini e così mentre si attendeva il giudizio della Corte di Giustizia Europea del Lussemburgo, lo scorso 20 marzo è stata approvata una delibera di Giunta (n°254605/2008) che fa riferimento ad un ‘nuovo’ progetto preliminare alla progettazione di una “strada di collegamento fra viale Zara e il Nuovo Polo Fieristico di Rho”.
E qual è il tracciato di questa ‘nuova’ strada?
Innanzitutto nella delibera si prende atto che l’intervento ricomprende al proprio interno tratti stradali già approvati e in corso di attuazione, in particolare la strada di collegamento tra via Fermi e via Graziano Imperatore e la strada di collegamento fra via Eritrea e via Bovisasca (vedi pag. 4 della delibera); e già qui si avverte un vago senso di dejavù. Poiché i due tratti in questione sono proprio quelli su cui si sta lavorando per dar vita alla Gronda nord.
Segue poi il documento preliminare vero e proprio, in cui si specifica che l’intervento si svilupperà da ovest verso est, dal sistema della viabilità dell’area del Nuovo Polo Fieristico fino a via Eritrea (attraverso il sottopasso tra via Stephenson e largo Boccioni), da lì fino in via Nuova Bovisasca, per poi passare da via Enrico Fermi, attraversando via Graziano Imperatore e da qui fino a viale Zara, per un totale di 8 km (vedi pag. 3).
Si specifica anche che “da un punto di vista delle caratteristiche geometriche, la nuova infrastruttura di collegamento dovrà pertanto essere classificata come Strada Urbana di Quartiere –Tipo E – Soluzione a 2+2 corsie di marcia”.
Insomma, il tragitto ricalca quello della Strada Interquartiere Nord e in più si connette col sistema della tangenziali verso Rho Fiera. Il numero di corsie della strada è lo stesso della vecchia Gronda, e allora?
Allora questo è un progetto nuovo, così nuovo che l’Assessore Croci ha dichiarato in una recente intervista che verrà sottoposto a V.I.A. (compresi i tratti già realizzati): una dichiarazione che deve ancora tradursi in un atto ufficiale, ma che intanto dà la misura di una visione politica sempre uguale a se stessa e poco interessata alla partecipazione della cittadinanza, tanto più che l’Expo 2015 “rafforza tale esigenza” (vedi pag. 3). Nel documento allegato (vedi pag. 8) si elencano anche i punti critici in fase progettuale: insomma, stavolta l’hanno pensata proprio bene.
Infatti, la vecchia e contestata Gronda sparirebbe. Ci sarebbe un progetto nuovo, solo di nome, la nuova Gronda ridotta a strada di quartiere, sebbene di due corsie per carreggiata, passerebbe la Valutazione di impatto ambientale, toglierebbe l’ultimo appiglio ai suoi oppositori e soprattutto rientrerebbe sotto l’ombrello magico dell’Expo.
E i comitati antigronda? Qualcuno si lamenta di una inattività degli ultimi mesi, ma “esauriti i contenziosi giudiziari sulla Valutazione di Impatto ambientale che magari ci daranno ragione” dice Fausto Moretti “se il Comune fa la VIA sul nuovo progetto, cosa potremmo fare? Certamente continuare a porre un problema di cosa è più opportuno, secondo noi, per la mobilità cittadina”.
Ma non ci sono proprio altre soluzioni per risolvere questo problema di viabilità della zona nord-ovest? Curiosamente, forse c’erano: è del 1969 un progetto di sviluppo delle linee metropolitane milanesi (vedi immagine) che riporta una linea arancione che ricalca proprio il tracciato della fu Gronda Nord. Quarant’anni fa il Comune di Milano ipotizzò un collegamento tra il nord-est e il nord-ovest della città attraverso una metropolitana. Ad oggi, come sostengono molti tecnici, a Milano manca proprio una linea circolare di metropolitana.
Si preferì farne una bella strada…continuiamo così, facciamoci del male.
Antiniska Pozzi