Per l’Expo si apre l’ennesimo fronte: questa volta tocca alla via d’acqua

Negli ultimi giorni è sorta poi la querelle sulle vie d'acqua, che nel progetto presentato al Bie dovrebbero essere uno dei fiori all'occhiello dell'esposizione. La nuova proposta –che proviene questa volta dal consigliere Udc in Regione Lombardia Enrico Marcora, dal Comitato promotore dei referendum sulla qualità della vita a Milano” (quelli del giugno 2011), dall'Associazione Amici dei Navigli e dall'Associazione interessi metropolitani– chiede alla società Expo di concentrarsi sull'idrovia Locarno – Milano – Venezia anziché sul progetto contenuto nel dossier di candidatura per Expo, che prevede un collegamento tra Naviglio Grande e Canale Villoresi col passaggio di un corso d'acqua nell'area dell'esposizione universale.
La diffida inviata alla società Expo dai soggetti citati mette a confronto la via d'acqua prevista dal Piano Expo con l'idrovia che potrebbe collegare la Svizzera con l'Adriatico. Ne esce un giudizio impietoso sul nuovo corso d'acqua che dovrebbe scorrere nella zona ovest di Milano, che gli estensori della proposta chiamano spregiativamente “canaletto”. La nuova opera idraulica, per la quale sono previsti ad ora 77 milioni di euro, come da dossier di candidatura presentato al Bie, avrebbe una portata di soli 2 metri cubi al secondo, “del tutto insufficiente –si fa notare– per un qualsivoglia uso energetico; inoltre il Canale non apporta un significativo contributo agli attuali usi dell'agricoltura e della zootecnia” e, ad onta del valore naturalistico dell'opera, il canale sarebbe anche in parte interrato.
I promotori del progetto più ambizioso dell'idrovia Locarno – Venezia pretendono invece un atto di coerenza politica da parte di Comune e Regione: Il primo dovrebbe dare seguito alla volontà politica espressa nel caso di Milano all'interno del Piano di Governo del Territorio, in cui si parla della struttura dei navigli come di “un'eccellenza da valorizzare”, immaginando il disegno di un lungo fiume continuo che scorre serpeggiando per Milano, interrotto solo dal nucleo del centro storico”. Una progressiva riapertura dei navigli era prevista anche dal quinto quesito dei referendum consultivi sull'ambiente di un anno fa. La stessa Regione aveva presentato nel febbraio scorso un piano di valorizzazione del sistema navigli: l'assessore alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo aveva detto di voler “lasciare un'eredità che consenta alla Lombardia di recuperare la sua vocazione al trasporto sull'acqua”.
Nel dossier Expo finora sono previsti, per tutte le opere idriche destinate all'evento, 175 milioni di euro, di cui solo 77 destinati al corso d'acqua che dovrebbe collegherà il canale Villoresi col sito Expo. Perché non spendere meglio i fondi, si chiedono i promotori della nuova proposta, e valorizzare realmente i navigli, pensando ad una loro riapertura, almeno parziale? Una posizione espressa anche dalla Lega in una mozione presentata in Consiglio Comunale, dove si chiede alla Giunta di farsi carico della riqualificazione Darsena-Navigli, ponendo in secondo piano il canale Villoresi-Expo.
Sulla riapertura dei navigli è però caduto il no secco di Gianni Confalonieri, direttore del settore Relazioni istituzionali del Comune, con l'incarico di coordinare i vari assessorati sui progetti per Expo. Per Confalonieri “la possibilità di rilanciare la rete ampia dei navigli lombardi è cosa di grande fascino ma ha due condizioni: realizzare il progetto e recuperare oltre 240 milioni di euro”. Dato che ora mancano sia i soldi che il progetto, “quello che non si può fare è modificare il progetto delle vie d’acqua perché è già stato approvato dal Bie, è definitivo e finanziato”. Tuttavia, ha assicurato Confalonieri, le opere previste, pur non essendo canali navigabili, daranno vita ad “una movimentazione di acqua che modificherà anche la qualità della vita della città”, a partire dal recupero della Darsena, e che potrebbe, nel futuro, fare da volano ad opere più ambizione. Il progetto attuale intanto dovrebbe partire già a settembre con le gare per i lavori sul Villoresi.
Una scelta pragmatica e realistica quella difesa da Confalonieri, che ha sottolineato “il meglio è nemico del bene”. Resta il fatto che i milanesi (oltre ai visitatori di Expo) dovranno accontentarsi si un canale artificiale, in parte interrato, mentre un progetto complessivo sui navigli è rimandato a tempo indeterminato.
Claudio Urbano