Si allarga la forbice della società milanese

La lettura sinottica dei due lavori mette in luce, come accennato, un dato comune e drammatico: quello del rischio povertà che colpisce in primis gli immigrati –e in particolar modo le donne straniere– ma rischia di intaccare sempre più il cosiddetto ceto medio milanese.
Sia la Fondazione Ambrosianeum che la Caritas mettono infatti in luce come anche le famiglie italiane sempre più spesso soffrano, non solo di una “povertà soggettiva” –cioè quella forma di insoddisfazione rispetto alle aspettative commisurate alla realtà circostante–, ma si scontrino con la povertà oggettiva allorquando i costi del necessario –la casa in primis– esorbitano dalle possibilità economiche di nuclei familiari che ormai sono sempre più isolati e privi di quelle reti di assistenza informale propri di strutture sociali coese e allargate.
Questa situazione a Milano risaluta ancor più stridente con il panorama di una città che ormai ha ritrovato –come sottolinea il Rapporto dell’Ambrosianeum– il proprio dinamismo economico e che presenta indicatori macroeconomici assai positivi.
L’immagine di Milano oggi è quella di una città divisa, nella quale una parte crescente del tessuto sociale rischia di sfilacciarsi sempre più mentre un’altra parte –minoritaria– corre.
Una forbice aperta, sempre più aperta, rappresenta la società Milanese –come scrivemmo già all’inizio del 2004–; una divaricazione che negli ultimi anni non si è fatto nulla per colmare e che anzi si è aggravata.
Beniamino Piantieri