Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia:

Accanto ai vincoli, che interessano le situazioni archeologiche con evidenze accertate, è perciò necessario adottare norme di controllo archeologico preventivo per le testimonianze di cui non si conosce esattamente lo stato di conservazione o per le quali non si è in grado di indicare esattamente la localizzazione.
Il rapporto di collaborazione già da anni operante con l’Amministrazione Comunale ha come obiettivo un superamento dell’antitesi tra la salvaguardia del bene archeologico e lo sviluppo economico-produttivo della città e del territorio. Mantenendo costantemente attivi canali di comunicazione tra gli enti pubblici e i privati interessati, è possibile, come dimostrano i buoni risultati ottenuti in questi ultimi anni, per quanto riguarda i cantieri privati, individuare di volta in volta la metodologia operativa più appropriata per realizzare una pacifica convivenza tra le diverse esigenze dello sviluppo e della tutela. Non altrettanto si può invece dire per quanto riguarda le opere pubbliche, in particolare i parcheggi nel centro storico di Milano, le cui localizzazioni sono state decise dal Comune senza tenere conto delle indicazioni contenute nella carta del rischio archeologico della città.
Le normative vigenti in materia edilizia, in particolare l’art. 98 del Regolamento edilizio del comune di Milano (Cautele per ritrovamenti archeologici, storici e artistici), hanno richiesto la messa a punto di una procedura che consente di evitare, con un esame preventivo da parte della Soprintendenza Archeologica dei progetti che prevedono scavi nel centro storico, la sospensione dei lavori in corso d’opera, per il rinvenimento di reperti tutelati ai sensi del D.Lgs. 42/2004.
La aree “a rischio archeologico”, non vincolate, devono essere sottoposte ad un controllo archeologico preventivo: qualsiasi trasformazione urbanistica ed edilizia di tali aree che comporti interventi nel sottosuolo, è subordinata al preventivo nullaosta della competente Soprintendenza archeologica della Lombardia ed al rispetto delle prescrizioni da essa eventualmente dettate. A completamento dell’art. 98 del Regolamento Edilizio si presenta una mappa delle aree a rischio soggette a controllo archeologico preventivo. La definizione delle aree è stata stabilita sulla base delle risultanze degli atti di ufficio sui precedenti rinvenimenti, delle notizie bibliografiche di rinvenimenti di epoche passate, della cartografia antica e sull’elaborazione di tali elementi condotta dalla Soprintendenza nell’ambito della propria discrezionalità tecnica. Va tenuto conto del fatto che si tratta di depositi sotterranei non immediatamente visibili, per i quali risulta difficile stabilire l’effettiva estensione, e che evidentemente le attuali indicazioni sono suscettibili di modificazioni in seguito a nuove scoperte.
La zona A, ad alto rischio archeologico, comprende il sottosuolo del centro storico fino alla cerchia dei Navigli, per una profondità di circa m.5-6 dal piano stradale; la zona di corso di Porta Romana con l’area delimitata dalle vie S.Barnaba, Commenda e Orti; l’area compresa tra la cerchia dei Navigli e i Bastioni, delimitata dalle vie Conca del Naviglio e Sambuco; la zona della Chiesa e dei Chiostri di S.Vittore.
La zona B comprende l’area compresa tra la cerchia dei Navigli e la cerchia dei bastioni spagnoli e l’area di Crescenzago (Cascina Cattabrega), ed è caratterizzata da una minore profondità e densità del deposito archeologico rispetto all’area A.
Anna Ceresa Mori