Provincia e Comune verso un accordo sullo sviluppo di nuove aree di costruzione e i comitati si mobilitano

E’ la denuncia lanciata dalla Rete dei Comitati Milanesi alla luce dell’adozione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e in previsione della delibera comunale del nuovo Piano di Governo del Territorio in arrivo per l’estate. Il Comune ha chiesto alla Provincia di non prevedere aree agricole nel suo territorio; stratagemma questo, per raggirare la legge regionale che ne impedisce la perequazione. Con il sistema di perequazione, infatti, ai territori interessati a trasformazione urbanistica viene applicato un coefficiente volumetrico che ne determina il valore edificatorio.
In cambio il proprietario ha la possibilità di dirottare i diritti volumetrici su altre zone della città edificabili, quindi di costruire case e palazzi.
Un “baratto” a tutti gli effetti che sembra seguire una logica ben precisa: per salvare i parchi bisogna accettare la cementificazione.
Secondo i rappresentanti della Rete dei Comitati milanesi, dietro il dichiarato obiettivo di rispondere alle esigenze abitative della città sta il pericolo di una cementificazione incontrollata e verticalizzata, con grattacieli sempre più alti a sconvolgere il tradizionale panorama meneghino.
Secondo il progetto del Comune, il processo di densificazione edilizia riguarderà i bordi del Parco Sud, la stazione di porta Romana e Porta Genova, gli scali di Farini, Lambrate, Greco, il Tribunale, San Vittore, Ortomercato, San Siro.
I nuovi edifici, temono i Comitati, non solo saranno costruiti così alti da compromettere la visuale dei condomini già esistenti, ma creeranno le zone verdi all’interno dei complessi residenziali, impededone l’usufruibilità ai non residenti.
Il mutamento morfologico cui va incontro la città è ormai avviato. I progetti di City Life, Garibaldi-Repubblica, città della Moda, Porta Nuova, la Torre delle Arti stanno lì a dimostrarlo.
Li chiamano “landscapes”, e “skycrapers”; l’internazionalità chiama, Milano risponde.
G.C.