Fai clic qui per effettuare modifiche. Il Comune di Milano e AMSA ritornano alla carica per il nuovo inceneritore. La Provincia resiste, ma non esclude il dialogo

L'assenza di dialogo tra Comune di Milano e Provincia ha toccato nei giorni scorsi punte che sembravano preludere a un vero e proprio conflitto istituzionale. L'Amministratore delegato di AMSA Carlo Petra, confortato dal Presidente del Consiglio Comunale Manfredi Palmeri, si è infatti spinto a fare ipotesi su tempi e luoghi di costruzione del nuovo impianto, indicando nei confini meridionali del territorio cittadino, in prossimità di Opera, l'area adibita a quest'operazione. Immancabile la reazione furente del Comune dell'hinterland, che si è visto chiamato in causa, senza essere stato preventivamente consultato, su una realizzazione di così forte impatto e contro la quale ha annunciato immediata battaglia. Anche la Provincia, e in particolare l'Assessora Brembilla, ha espresso forte sconcerto sulle modalità unilaterali di AMSA e Comune di Milano.
Tuttavia, nei giorni seguenti, ritornando sull'argomento, Petra ha ammorbidito i toni, sottolineando il carattere ipotetico delle sue precedenti dichiarazioni, spiegando le necessità strategiche legate alla localizzazione del nuovo impianto e aprendo al dialogo concertativo: "sono certo - ha detto Petra - che con la Provincia ci incontreremo e si saprà trovare la soluzione più adeguata".
Non c'è voluto molto per una replica altrettanto distensiva dalla Provincia, “ben venga l'apertura di Amsa al dialogo interistituzionale, da noi ampiamente auspicato - ha dichiarato l'Assessora Brambilla. Ci aspettiamo però che, accanto all'approfondimento e condivisione sulla questione dell'eventuale termovalorizzatore, si possa affrontare con la stessa convinzione e disponibilità la necessità di incrementare i servizi di raccolta differenziata, elemento fondante del nostro Piano rifiuti, nel Comune di Milano". Il tutto sembrerebbe preludere a una possibilità di soluzione positiva sul termovalorizzatore. Che cosa succederà?
La posizione della Provincia del resto corre da tempo sul filo di un delicato equilibrio, fra tensioni interne alla maggioranza, posizioni di debolezza istituzionale che sono strutturali e dipendono evidentemente dalla distribuzione dei poteri. Da un lato infatti il governo provinciale di centrosinistra deve fare i conti con le resistenze interne di Verdi e Rifondazione che conservando una posizione intransigente rispetto all'eventualità di un nuovo termovalorizzatore, interpretano il sentimento di qualsiasi cittadino cui venisse prospettata la realizzazione di un impianto del genere sotto le proprie finestre. Dall'altra parte, la Provincia è necessariamente stretta in una morsa, istituzionale e politica, che limita di fatto la sua forza decisionale.
Il piano Rifiuti dovrà infatti passare al vaglio della Regione, che ha tutta una serie di strumenti per guidare i processi di decisione a favore del termovalorizzatore.
Detto in altri termini, se Comune e Regione, governate da maggioranze politiche di segno uguale e più omogenee al proprio interno rispetto a quella che regge la Provincia, faranno blocco, come è evidente che sia, alla fine per la Provincia non si darà altra strada che quella di adeguarsi. La Provincia potrà percorrere questa strada, facendo un'ostruzione di governo, rallentando l'iter, opponendosi, oppure potrà decidere di optare per una strategia concertativa con le altre istituzioni, cercando di ottenere il massimo sul piano dei principi ambientali e avendo un ruolo attivo nei processi decisionali che porteranno alla definizione dei luoghi, dei tempi e delle modalità di realizzazione del nuovo impianto, e cercando di salvaguardare il più possibile gli interessi dei cittadini.
Fabio Davite