C’è chi dice sì, c’è chi dice no: Milano dimostra ancora una volta la sua incapacità di far fronte alle esigenze di una città in trasformazione

Ma non è che il problema, come spesso accade, è l’assenza di un governo del territorio che impedirebbe l’esplodere di situazioni di (vera o presunta) emergenza? Come sempre si arriva ad un punto in cui echeggia nell’aria la domanda “e adesso, cosa facciamo?”. Quell’adesso si sta espandendo: anche il vertice tenutosi in prefettura lo scorso martedì 22 luglio non ha portato la soluzione definitiva. Per tutto il mese di agosto i musulmani pregheranno al Palasharp, alla modica cifra di 1000 euro a venerdì, e a quanto pare anche per il mese di settembre, nonostante dal 22 agosto l’area di Lampugnano dovrebbe essere occupata dalla prima Festa del Partito Democratico. E allora? Eccola lì, la torre di Babele formato tavolo di lavoro intorno al quale i rappresentanti delle istituzioni si parlano ma non si capiscono mai del tutto.
Il prefetto Gian Valerio Lombardi ha dichiarato che “sarà necessaria qualche settimana in più per definire la situazione perché le istituzioni vogliono lavorare insieme e raggiungere una decisione condivisa e unanime”. Intanto il responsabile del centro di viale Jenner Shaari annuncia che per il ramadan (1-29 settembre) aprirà i battenti alla preghiera quotidiana: la partita è tutt’altro che chiusa.
Dopo che la Santanchè ha protestato davanti al Vigorelli lo scorso venerdì perché venivano fatte entrare nel velodromo persone col volto coperto, dopo che i residenti del quartiere Comasina hanno raccolto firme per impedire che il Centro culturale islamico fosse trasferito al Paolo Pini, dopo che Penati ha detto un ‘no’ secco scongiurando definitivamente questa ipotesi che era la prediletta del consigliere comunale Gallera (FI) nonostante andasse contro le opinioni del resto della maggioranza, dopo tutto non ci resta che attendere. “La fretta – ha spiegato il vicesindaco De Corato - porta sempre cattivi consigli”. E poi “attendiamo che siano gli stessi rappresentanti del centro islamico a indicare l’ubicazione sulla quale verranno poi fatte le necessarie verifiche di adeguatezza”. Insomma, si accettano suggerimenti: ai piedi della torre le lingue non sono mai abbastanza.
Antiniska Pozzi