L’Assessore Moioli mette in chiaro che il Comune non può fare di più per i rifugiati

A fronte di un fenomeno in crescita la risposta del Comune si concretizza in poco più di 500 posti e i fondi promessi dal Ministero dell’interno sono vincolati ad una lunga procedura burocratica. Infatti sia quelli stanziati quest’anno che quelli previsti dall’accordo Morcone del 2007 sono in conto capitale, cioè arriveranno solo dopo che saranno destinate le strutture di accoglienza alla fine dell’iter progetto-bandi-costruzione-collaudo.
Altro problema evidenziato dall’Assessore è quello relativo al percorso di inserimento che viene accettato da una minoranza dei rifugiati. Alla fine del periodo di accoglienza, infatti, ai rifugiati viene offerta un proposta abitativa e lavorativa. “Molti di loro però vorrebbero raggiungere i parenti in altre nazioni europee, ma l’attuale normativa impedisce che i rifugiati lascino il paese dove sono stati accolti.”
A ciò va poi aggiunto che secondo l’Assessore, elemento confermato da alcuni consiglieri di opposizione presenti in Commissione e che due settimane fa avevano seguito da vicino la vicenda dello sgombero, vi è stato un tentativo di strumentalizzazione dei rifugiati da parte di loro connazionali presenti da lungo tempo in Italia che addirittura inducevano i nuovi arrivati a rifiutare le proposte di accoglienza presentate dal Comune.
Forse anche questo sarà in agenda nell’imminente incontro tra l’Assessore Moioli e il Ministro degli interni al quale il Comune ribadirà che Milano non può fare di più.
E.P.