Nonostante l’ingresso nell’Ue la burocrazia rende difficile l’assistenza sanitaria per Romeni e Bulgari

Ma chiariamo la questione. Premesso che ogni cittadino, a prescindere dalla nazionalità di appartenenza, dall'etnia o dal colore della pelle ha diritto a ricevere le cure di cui necessita e il Sistema sanitario dello stato in cui si trova ha il dovere di erogarle, esistono diverse modalità di accesso e di pagamento tra i cittadini comunitari e i non comunitari.
Per quanto riguarda i primi, dal 2004 il modello E111 è stato sostituito dalla Tessera europea di
assicurazione malattia (TEAM) che permette di usufruire di tutte le prestazioni sanitarie coperte un tempo dai modelli E110, E111, E119, E123. Con questa tessera lo Stato di appartenenza si impegna a rimborsare le spese per le prestazioni allo stato che le ha erogate.
Ciò significa, in breve, che esibendo la TEAM, un cittadino francese temporaneamente in Italia, e quindi non iscritto al nostro Sistema Sanitario Nazionale, ha gli stessi diritti di assistenza di un
cittadino italiano, e, qualora non in grado di sostenere le spese per le cure, è tutelato dall'appoggio del proprio stato.
Vediamo cosa cambia per i secondi.
Anche se clandestini o non in regola con il permesso di soggiorno, questi hanno diritto all'assistenza medica in strutture pubbliche - ambulatori, ospedali, pronto soccorsi - o in strutture convenzionate con il Sistema Sanitario Nazionale.
Queste cure comprendono la tutela della gravidanza e della salute dei minori, le vaccinazioni e la cura delle malattie infettive. Sono totalmente gratuite, ciò vuol dire che, esattamente come accade ai cittadini italiani, anche gli stranieri saranno tenuti a pagare solamente il ticket, secondo le normative regionali.
Per quanto riguarda le cosiddette “cure urgenti e necessarie” invece, qualora il cittadino non fosse in grado di pagare le spese, queste saranno esposte dall'erogatore al Ministero dell'Interno che se ne farà carico. Al cittadino usufruente sarà attribuito un codice di identificazione, l'STP (Straniero Temporaneamente Presente) di validità prorogabile di 6 mesi. E qui arriva la contraddizione.
Per i cittadini rumeni e bulgari presenti in Italia da prima del 1 gennaio 2007 e già in possesso di un tesserino STP, il Ministero dell'Interno in accordo con il Ministero per la Salute, ha deciso di prolungarne la validità sino alla fine del 2007. Di fatto, dunque, continuando a torto a considerarli extracomunitari.
Ai cittadini cui invece non fosse stato assegnato un tesserino STP prima del 2007 e che non fossero in grado di esibire la tessera TEAM, la struttura sanitaria erogatrice delle cure si attiverà
presso gli organi statali di Bulgaria o Romania per ottenerne il rimborso.
Molto spesso i due stati si rifiutano di pagare, comportando di conseguenza l'intervento remunerativo del Ministero italiano.
Altre volte anticipano la somma che poi riscuoteranno al proprio cittadino con abbondanti e sproporzionati tassi di interesse.
Da questo complicato quadro risulta sconcertante il fatto che i nuovi cittadini comunitari godano ora di meno tutele rispetto ai cittadini extracomunitari o rispetto ai connazionali già possessori dell'St.
Ad aggravare la situazione interviene poi l'inefficienza gestionale dei nuovi membri, in particolar modo della Romania, che oppone forti resistenze ad una tempestiva e funzionale distribuzione delle tessere TEAM ai suoi cittadini. Cosa accadrà dopo il 2007 ancora non è dato saperlo.
Quel che è certo è che la proroga provvisoria dell'STP, pur essendo una soluzione volta a non frapporre eccessive barriere al problema, collide con i pilastri di uguaglianza e non discriminazione su cui si fonda l’Unione europea.
Giulia Cusumano