La variante del progetto CityLife non andrà in Consiglio. Passaggio in Commissione solo dopo l’approvazione della Giunta

Così nonostante in ballo ci siano la trasformazione urbanistica più importante e una serie di questioni assai spinose –da un possibile aumento degli oneri di urbanizzazione di 20 milioni di euro che il Comune sarebbe intenzionato a chiedere ai costruttori, al museo di arte contemporanea che Palazzo Marino vorrebbe affidare all’architetto Libeskind senza procedere ad una pubblica gara, per finire all’inchiesta cui sta lavorando la magistratura milanese su irregolarità nei lavori e nelle procedure– il Consiglio comunale starà a guardare attendendo la decisione, scontata, della riunione di Giunta di venerdì 30 maggio.
La decisione di fare del Consiglio comunale uno spettatore muto è stata ratificata nella conferenza dei Capigruppo –alla quale è intervenuto l’Assessore Masseroli– del 28 maggio. Forte di un parere della Segreteria generale l’Assessore ha fatto valere la propria posizione. Per nulla osteggiato dalla maggioranza –che ha messo a tacere i pochi dissenzienti che volevano il passaggio in Consiglio, più per punzecchiare ancora una volta Masseroli, che perché contrari al progetto–, l’Assessore non ha dovuto nemmeno subire un fuoco di sbarramento dall’opposizione. Tranne pochissime voci –tra le quali quelle di Basilio Rizzo e di Milly Moratti– il centrosinistra non ha fatto barricate.
Alla fine della riunione il più imbarazzato sembrava il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri “Abbiamo accertato senza dubbio che la variante al piano integrato di intervento per l'area CityLife può essere decisa con una delibera della Giunta e non del Consiglio, in conformità alle leggi regionali. Subito dopo l'approvazione sarà comunque previsto l'auspicato passaggio del documento in Commissione Urbanistica: si tratta di un atto tecnicamente non necessario ma istituzionalmente doveroso nei confronti del Consiglio, che nel 2005 ha approvato la variante al piano regolatore all'origine di questi provvedimenti urbanistici così rilevanti per Milano”.
Resosi conto lui per primo che il passaggio in Commissione urbanistica dopo l’approvazione in Giunta suonava peggio di una beffa, non ha rinunciato a ricordare una serie di aspetti critici che non possono essere nascosti, dibattito o non dibattito.
“Esistono ancora alcune questioni da approfondire nel merito –ha aggiunto il Presidente del Consiglio comunale–tra cui gli elementi anche economici legati agli standard, la progettazione e la realizzazione del Museo di arte contemporanea.”
E a questi va aggiunto anche il passo annunciato dai comitati –che Masseroli tentò di coinvolgere in un tavolo di confronto farsa –: il ricorso al TAR.
La fretta di Palazzo Marino potrebbe però scontrarsi contro una pronuncia della magistratura amministrativa a meno che non venga accolta la richiesta fatta dal Sindaco al Governo di una moratoria delle sospensive decretate dal Tribunale amministrativo regionale.
Beniamino Piantieri