In vista della prossima tornata elettorale La Lega inizia a marcare le differenze con il resto del centrodestra per confermare il boom elettorale delle ultime politiche

La Lega a livello nazionale si gioca tutto o quasi sul federalismo fiscale: archiviata la versione caldeggiata dal Carroccio e che avrebbe portato al collasso finanziario alcune regioni del sud, tra cui la Sicilia dove il Pdl ha fatto il pieno di voti sia alle politiche che alle regionali, i “lumbard” nella migliore delle ipotesi dovranno digerire un federalismo fiscale ultralight per i loro gusti.
A livello locale, poi, il tema della sicurezza attraverso il quale hanno mietuto i successi del maggio scorso è divenuto terra di conquista per tutti dal Pdl al Pd.
A Milano la Lega deve confermare l’exploit delle politiche: all’ombra della Madonnina il Carroccio ha toccato il 12,3% dei consensi (94.594 voti), un vero e proprio boom rispetto alle amministrative del 2006 quando raccolse appena il 3,75% (22.702 voti) e alle provinciali del 2004 dove ottenne, pur correndo da sola, il 6,74% (36.792 voti).
È scontato che a differenza del 2004, quando la corsa solitaria della Lega consegnò Palazzo Isimbardi a Penati, alle prossime elezioni provinciali PdL e Carroccio marceranno uniti. È altrettanto prevedibile che da qui alla prossima primavera i Leghisti, soprattutto a Milano, faranno di tutto per distinguersi e segnare il più possibile le differenze con il resto del centrodestra.
B.P.