I rischi dell'unione di due debolezze

I tagli ai trasferimenti da parte dello stato, la crescita dell'indebitamento, il differenziale tra efficienza e costi, la necessità di fare investimenti in tempi brevi e con scarse risorse disponibili impongono ai gestori del trasporto pubblico di fare economie di scala, puntare sulle sinergie e razionalizzare le gestioni.
E' infatti questa la dimensione di una possibile fusione tra ATM e Trenord che al di là delle difficoltà tecniche -ad esempio come si conviverà con un soggetto a dir poco forte come Trenitalia, quanto riusciranno dialogare Comune e Regione, quale contratto sarà applicato agli oltre 13.000 dipendenti del nuovo soggetto, quale sarà il giudizio dell'Antitrust- apre una serie di interrogativi sulla reale efficacia e gestibilità di un'operazione che porterà alla costituzione di un vero e proprio colosso tra gli operatori del trasporto locale.
Infatti, i due soggetti benché operino entrambi nel trasporto locale passeggeri, si muovono in ambiti differenti, con diverse strategie e soprattutto differenti standard di efficenza e "centri gravitazionali" che possono confliggere.
Inoltre ad aleggiare sull'intera operazione ci sono anche le rispettive situazione finanziarie dei promessi sposi e il nodo della produttività sia dell'intero sistema che si verrebbe a creare che delle singole direttrici di trasporto.
Infatti, secondo molti autorevoli osservatori, solo una liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico e la messa a gara tra diversi operatori garantirebbe l'efficienza e la riduzione dei costi. Ma le dimensioni ciclopiche del nuovo soggetto che si andrebbe a creare con la fusione scoraggerebbe qualsiasi competitor anche se nel settore ci fosse un'apertura alla concorrenza, che però, stando anche alle decisioni degli ultimi anni (come la dimensione eccessiva dei lotti territoriali per il trasporto passeggeri su rotaia), nonostante le tante parole, non si è mai realizzata.
Quasi sempre sposare due debolezze non fa un matrimonio forte, soprattutto se l'unione serve a puntellare, per il momento, i bilanci ma non a recuperare quel differenziale tra efficenza e costi che oggi ricade alla fine su tutti i contribuenti.
B. P.