Migliorata grazie alla mobilitazione del centrosinistra e delle associazioni ambientaliste la legge regionale sui parchi

Modificata la norma che semplificava le procedure di realizzazione di reti e infrastrutture all’interno dei parchi: sarà vincolante e obbligatorio il parere favorevole dell’Ente Parco. Confermata la nomina di un rappresentante regionale all’interno del consiglio di amministrazione del parco, che dovrà obbligatoriamente essere scelto "tra amministratori esperti o personalità di rilievo del territorio degli enti locali interessati al parco".
“Ora però occorre la responsabilità di tutti gli attori istituzionali, Regione ed Enti Locali- ha sottolineato Marzio Marzorati, responsabile parchi di Legambiente Lombardia- affinché il mutamento di “governance” possa procedere in modo spedito evitando di esporre gli enti al rischio di commissariamento”. Critici i consiglieri regionali di Sel: "Le modifiche a livello di governance - sottolineano Chiara Cremonesi e Giulio Cavalli- introducono due pesanti criticità. Innanzitutto, i Comuni conteranno molto meno, mentre la Regione acquisirà un ruolo maggiore. E poi, in tempi di tagli e ristrettezze economiche per gli enti locali, l’eliminazione del Consorzio obbligatorio determina il rischio concreto che, mancando il vincolo, si sceglierà di non investire sulle aree protette”. Astenuto invece il Pd, anche grazie all’impegno della Giunta a istituire due nuovi parchi, quello regionale del Basso Lambro e quello Interregionale del Po, e a mantenere invariate nei prossimi anni le risorse finanziarie a sostegno dei bilanci dei parchi regionali.
Ottenuto infine l’impegno del Pirellone a presentare entro sei mesi una proposta di legge di riordino complessivo della legge sui parchi che è datata 1983 e ha subito ben 15 modifiche nel corso degli anni.
Giulia Cusumano