L’Anci Lombardia si schiera contro la privatizzazione dei servizi idrici. Intanto Palazzo Marino aumenta le tariffe

“Così com’è la bozza di legge mortifica il ruolo dei Comuni” ha affermato Oldrini “Il punto è che i comuni non vogliono essere tagliati fuori dai giochi. Infatti la riforma del servizio idrico prevede di assegnare solo alle Province la possibilità di programmare gli investimenti. Mentre si lascia la gestione a società private, che chiaramente ne avranno grandi guadagni. Inoltre nulla gli vieta, alla società privata di turno, di alzare i prezzi per l’erogazione.
Infatti non è l’acqua che si paga, ma il servizio che la porta fino al rubinetto di casa.
“Ai Comuni, che sono proprietari delle reti idriche, viene lasciato solo l’onere di affidare all’esterno il proprio patrimonio e di trovare finanziamenti per investimenti decisi da altri e realizzati da altri ancora.” Conclude il vicepresidente Anci.
A sostegno delle affermazioni di Oldrini è intervenuto anche Attilio Fontana, Presidente dell’ANCI Lombardia e Sindaco leghista di Varese: “Le forti perplessità che già nutrivamo sulla privatizzazione del servizio di erogazione dell’acqua vengono rafforzate da normative che escludono i Comuni e che rischiano di scaricarsi economicamente sugli utenti finali.”
Intanto le tariffe del servizio idrico, almeno a Milano, aumenteranno molto presto. Sempre il 28 luglio il Consiglio Comunale (con 25 voti a favore e 10 contrari) ha approvato l’aumento da 0,54 € a 0,60 € al metro cubo
Dal 2011, si passerà a 0,62 €. Ogni famiglia l’anno prossimo pagherà mediamente 16 euro in più per l’acqua rispetto ad oggi. E gli aumenti continueranno gradualmente fino a raggiungere gli 0,76 € al metro cubo nel 2027, anno in cui l’aumento arriverà a pesare 44€ in più, per ogni famiglia, rispetto al 2010.
Emanuela Fanny Papa