Il “lifting per dieci piazze” presentato dal Comune ricorda tanto le “otto nuove porte per Milano” annunciate nel 2000 e mai realizzate

Nel 2002 le Otto nuove porte vengono ribattezzate «Progetto estetico per la città». Lo annuncia l'allora assessore all'Arredo urbano, Riccardo De Corato: “I monumenti d'arte contemporanea rafforzeranno la continuità del centro con le periferie”.
Da allora nulla. Nel luglio del 2008 lo scultore Arnaldo Pomodoro e l’urbanista Marco Romano –che nel 2000 era stato incaricato di individuare le piazze– scrivono al Sindaco invitandolo a riprendere in mano il progetto proprio in vista dell’Expo. Peccato che proprio in quel periodo infuri più aspra che mai la lotta per il ponte di comando dell’Esposizione universale del 2015: Comune, Regione e Governo giocano ognuno per conto proprio per accaparrarsi i posti migliori. Le otto porte possono aspettare. Del resto, con i drastici tagli di bilancio che sono previsti dal Comune per il prossimo anno quelle che dovevano essere le opere d’arte che avrebbero rafforzato “la continuità del centro con le periferie” rimarranno poco più che una suggestione.
Rischio che sembra correre un progetto annunciato ieri con altrettanta enfasi dal Comune: “riqualificazione per dieci piazze”. Si tratta della ripavimentazione, della sostituzione e di nuovi impianti di illuminazione. Si va da Santa Maria delle Grazie a largo Cairoli, da piazza Piemonte a piazza Sant’Alessandro, da piazza Wagner a piazzale Baracca.
Un restyling necessario, secondo il Comune, per far vivere questi luoghi. Servono sponsor privati, però, secondo Palazzo Marino. Come dire: questa volta mettiamo le mani avanti, poiché questo “lifting per dieci piazze” ricorda tanto “otto porte” di nove anni fa.
B.P.