Il Comune si dota di un proprio piano per rendere ancora più difficili illeciti e favoritismi

Le segnalazioni verranno raccolte da un Organismo di vigilanza autonomo e indipendente che potrebbe essere presieduto proprio da un rappresentante di Transparency international, ha auspicato il presidente della Commissione Antimafia David Gentili. Dotarsi di un organismo indipendente, che valuterà ogni segnalazione, consentirà di evitare il rischio di delazioni o rivalse interne, e tutelerà allo stesso tempo chi decide di denunciare, ha spiegato lo stesso Gentili.
E, mentre è già in vigore un codice etico per tutti i dipendenti comunali, anche la giunta si doterà di un codice etico, sul modello della Carta di Pisa: un testo che per gli amministratori locali prevede stringenti norme di comportamento come l'impegno a non lavorare, alla fine del proprio mandato politico, in aziende che siano state destinatarie di precedenti decisioni prese nel corso del mandato, ma anche l'impegno a non ricevere finanziamenti da soggetti che possano essere favoriti attraverso l'azione Amministrativa. O, ancora, l'impegno a dimettersi qualora si venga rinviati a giudizio per reati legati alla corruzione.
Tra le misure adottate da Palazzo Marino anche alcune regole in materia di appalti più stringenti di quanto richiede la normativa nazionale. “Negli appalti, la modalità di scelta del contraente incide solo per il 5% dei casi di irregolarità, ma il 60-70% di un appalto pubblico può essere subappaltato”, ha sottolineato la dottoressa Mariangela Zaccaria, Direttore centrale operativo dei Lavori pubblici. “Per troppo tempo, ha detto, ci si è concentrati solo sulla fase di assegnazione dell'appalto”. Già ora, il Comune esercita la massima attenzione nella trasparenza degli appalti: “siamo l'unico ente che pubblica integralmente online la documentazione relativa ai progetti in appalto”, ha sottolineato sempre Zaccaria. Ora si cerca di fare di più, per rendere monitorabili anche quelle relazioni all'interno dei cantieri dove la criminalità può inserirsi più facilmente.
Le imprese di guardiania, ad esempio, dovranno depositare i propri contratti presso la direzione del cantiere, in modo che siano sempre direttamente verificabili.
Come stazione appaltante, il Comune potrà richiedere l'informativa antimafia anche per quei subappalti che, ottenuti tutti da una stessa impresa, superino l'importo di 150.000 euro. Una provvedimento che consente di colmare un vuoto normativo, dato che, per opere al di sotto di questa cifra, alle imprese non può essere chiesta alcuna certificazione antimafia.
La certificazione potrà essere richiesta anche nel caso di noli a caldo (la prestazione d'opera di un'impresa a favore di un'altra in cantiere), il cui confine con i subappalti è spesso molto sottile.
Impegni politici e personali per amministratori e dipendenti, oltre a norme più stringenti per le imprese. Segno che sulla corruzione, ormai, la parola d'ordine è prevenire.
Claudio Urbano