L'irruzione dei comitati anti-sfratto a Palazzo Marino, e il confronto schietto con il vicesindaco

Mercoledì 24 una nuova manifestazione è arrivata davanti al Comune, questa volta con l'intenzione di entrare a Palazzo Marino. Seppur annunciata, infatti, l'azione di questa settimana è stata una risposta allo sgombero avvenuto martedì scorso del cinema Maestoso, occupato circa un mese fa dal collettivo Ri-make, vicino a corso Lodi: uno spazio privato, per il quale lo sgombero non può essere stato chiesto dai vertici di Palazzo Marino. Ma dopo l'operazione delle forze dell'ordine, in cui è rimasta ferita una occupante, anche il Comune è stato nuovamente classificato tra chi impedisce la gestione degli spazi dal basso, e preferisce lasciare chiusi i luoghi della città o rimetterli nelle mani degli speculatori.
Così nell'irruzione dei comitati antisfratto mercoledì a Palazzo Marino alle consuete rivendicazioni si è aggiunta anche quella sulla gestione degli spazi cittadini. Nel cortile erano radunati tutti i protagonisti delle proteste di questi mesi. “Stop sfratti”, Cantiere, Abitanti San Siro, ma anche i collettivi dell'Ex-Cuem e appunto di Ri-Make.
Dopo alcuni momenti di tensione, per evitare incidenti i vigili hanno preferito far entrare i manifestanti nel cortile centrale, con il vicesindaco Ada De Cesaris pronta a ricevere le rivendicazioni dei manifestanti, fino ad allora attesi fuori da Palazzo Marino da Paolo Limonta, delegato del Sindaco per i rapporti con la città. Un confronto acceso, dove nessuno è arretrato dalle proprie posizioni. Dai manifestanti la richiesta di sempre, che il Comune prenda posizione ufficialmente, in modo pubblico, per una moratoria degli sfratti, e che istituisca una commissione ad hoc per affrontare il problema.
Dalla vicesindaco una presa di posizione netta. Ricordando che la richiesta di moratoria il Comune l'ha già fatta, De Cesaris ha chiarito: “Non potete chiedere al Comune di fare cose al di fuori della legalità”, come potrebbe essere, ad esempio, una richiesta esplicita alle forze dell'ordine di fermare gli sfratti, o una 'resa' sulla concessione degli spazi. Il vicesindaco ha a sua volta invitato i comitati ad un confronto pubblico con gli altri abitanti delle case popolari, perché “ogni appartamento occupato è un appartamento tolto a chi ne ha bisogno”. Poi qualche sottolineatura: l'istituzione non si è mai sottratta al confronto, e diversi provvedimenti, come quello sugli alloggi sotto soglia, sono stati presi anche negli ultimi giorni. Dalla De Cesaris, però, anche la constatazione che il problema degli spazi è serio, e che c'è ancora molto da fare.
Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, si può registrare che, dopo l'irruzione a Palazzo, il confronto schietto c'è stato.
C.Urbano