Ormai per molte opere il ritardo accumulato è incolmabile

Nel corso della visita del quasi ex Premier sia il Governatore Maroni che l'ad di Expo, Giuseppe Sala, hanno tentato di ostentare ottimismo.
Sala ha annunciato l'avvio di gare d'appalto per numerose aree d'intervento, dalla manutenzione ai servizi di ristorazione, il Presidente Letta ha invitato le imprese a farsi avanti per un occasione unica al fine di creare lavoro.
Eppure gli interventi più importanti rischiamo concretamente di rimanere sulla carta e quelli destinati a saltare definitivamente o ad essere completati parecchio tempo dopo la chiusura di Expo sono proprio quelli che avrebbero dovuto avere la massima priorità, cioè le infrastrutture di trasporto pubblico. Il potenziamento della tratta ferroviaria Gallarate-Rho (che prevederebbe un investimento di 402 milioni di euro) è addirittura in fase di riprogettazione; per il collegamento ferroviario tra il terminal 1 e il terminal 2 di Malpensa (95 milioni di euro) sono stati reperiti i finanziamenti, peccato che sia un po' più difficile reperire mesi da aggiungere al calendario; per la metrotranvia Desio-Seregno si stanno definendo le procedure di gara. Per quanto riguarda poi le metropolitane, la M5 viaggia molto più lentamente del previsto: le due nuove fermate di Isola e Garibaldi avrebbero dovuto essere aperte a fine 2013, forse se ne parlerà entro marzo e per il tratto Garibaldi-San Siro per l'inaugurazione dell'Expo si prevede un'apertura a macchia di leopardo con cinque stazioni aperte su dieci (le altre fantasma, un po' come quelle di Berlino est durante la guerra fredda); per quanto riguarda la linea 4 che dovrebbe collegare l'aeroporto di Linate a Lorenteggio (investimento complessivo di un miliardo e settecento milioni) anche l'ipotesi minima per l'inizio dell'Esposizione universale -come anticipammo più di due anni fa- cioè l'apertura di due sole fermate (da Linate a Forlanini) è ormai un miraggio, mentre per la tratta Lorenteggio-Policlinico non c'è stata ancora la procedura di affidamento lavori.
Anche sul versante dei collegamenti stradali i ritardi sono ormai cronici: per il 2015 sarà pronto solo il primo dei tre tronconi previsti della Pedemontana.
Doveva essere il volano della crescita e l'occasione per dotare l'area milanese di infrastrutture di trasporto capillari ed efficienti. L'elenco dei ritardi dimostra, se mai ce ne fosse stato il bisogno, che non basta la parola magica Expo a far comparire i fondi necessari nelle casse dello Stato e degli enti locali.
Lontani i giorni del corteo trionfale in corso Buenos Aires per celebrare la vittoria su Smirne. Allora in programma c'era addirittura una fantomatica linea 6 della metropolitana. Tra un anno al sito Expo è certo che ci si arriverà in autobus.
Beniamino Piantieri