Le dimissioni del Sindaco dal ruolo di Commissario sono l'ultimo allarme

Lo scenario internazionale non può che costringere a rivedere ad un consistente ribasso queste cifre, dopo aver drasticamente ridimensionato anche le infrastrutture promesse: la fantomatica linea 6 della metropolitana, rimasta sulla carta del dossier di candidatura, e la linea 4, che per l'inaugurazione dell'Expo, nella migliore delle ipotesi, sarà appena un abbozzo che coprirà circa un quinto del tracciato previsto. Sono solo due esempi, ma assai indicativi dell'errore di prospettiva secondo il quale l'organizzazione di un grande evento porterebbe con sé, quasi per magia, una dote di infrastrutture che altrimenti non si saprebbe come realizzare.
A tutto ciò vanno sommati lo scarso sostegno -per essere eufemistici- mostrato per tre anni dall'allora Ministro Tremonti, custode assoluto della cassa del Governo, e il labirinto di veti con i quali la precedente Giunta milanese aveva paralizzato la macchina organizzativa.
Il nuovo slancio dato dalla Giunta Pisapia non è stato sufficiente, poiché senza una ridefinizione dei poteri e un sostegno forte da parte del Governo, un Expo già sbiadito e profondamente ridimensionato anche nei contenuti rischia di accartocciarsi.
Le dimissioni del sindaco da Commissario straordinario sono l'estremo grido di allarme, utile se ci sarà qualcuno pronto a coglierlo e a mettere in campo tutti gli strumenti necessari per un cambio di passo che non è più rinviabile.