Votata dopo sette mesi di discussione l’adozione del PGT. Ora al via la fase delle osservazioni dei cittadini: ogni Milanese potrà apportare le proprie correzioni e, forse, limitare i danni

Del Pgt se ne riparlerà più avanti. Tra meno di 4 mesi.
A inizio settembre il Piano verrà consegnato alla città nella nuova versione, ovvero integrato dei 157 emendamenti correttivi approvati in aula e tra settembre e novembre i cittadini potranno presentare le proprie osservazioni. Sarà compito degli uffici amministrativi, come previsto dalla Legge regionale 12, stabilire quali di queste potranno essere accolte. Dopodichè il Piano tornerà in consiglio comunale per l’adozione definitiva, che dovrà avvenire entro e non oltre i 90 giorni, pena il decadimento del provvedimento.
Lo spauracchio di una discussione durata oltre 200 giorni ha condotto il “padre” del Piano, l’Assessore all’urbanistica Masseroli, a mettere immediatamente le cose in chiaro: “Non c’è tempo per ulteriore ostruzionismo –ha precisato l’Assessore a poche ore dall’approvazione del Piano– Le osservazioni ritenute idonee dei cittadini non arriveranno in aula sottoforma di emendamenti ma verranno direttamente integrate nel documento”.
“Sarebbe un fatto molto positivo, a patto che non sia orientato a garantire interessi di parte –commenta Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd– Ma ho l’impressione che l’Assessore minimizzi il dissenso dei cittadini verso il piano. Si sta creando forte mobilitazione tra molti comitati e associazioni della città che vogliono migliorare il Piano. L’Assessore vede la strada in discesa, in realtà non può sapere quante osservazioni arriveranno. Io sono convinto che ne arriveranno moltissime”.
Difficile prevedere ora quante osservazioni arriveranno, impossibile prevedere oggi quanti nuovi abitanti popoleranno la città nei prossimi tre decenni. Alla fine l’ha ammesso anche l’Assessore all’Urbanistica, contraddicendo quello che è andato ripetendo per tutti questi mesi.
Se a dicembre infatti Masseroli dichiarava che a Milano sarebbero arrivate 700 mila nuove persone di qui al 2035 –stima ridimensionata nei mesi a 500 e poi 400 mila– ora, a Piano approvato, capovolge l’assunto da cui partiva per giustificare l’urgenza della maxicolata di cemento prevista dal PGT.
“Il piano regolatore del 1980 prevedeva una Milano con 2,1 milioni di abitanti. Oggi sono solo 1,3. Non faremo lo stesso errore azzardando previsioni non prevedibili –ha dichiarato contraddicendo se stesso e uno dei concetti base del suo Piano– Lasceremo che domanda e offerta si incontrino secondo le regole del libero mercato”.
La retromarcia dell’Assessore non può che consolidare l’idea dei molti autorevoli osservatori che vedono in questo Piano più che uno strumento urbanistico, un meccanismo finanziario-speculativo.
Attraverso il sistema della perequazione e dell’assegnazione di volumetrie virtuali ai proprietari terrieri del Parco Sud, verranno gettati sul mercato diritti volumetrici che saranno trattati come veri e propri titoli finanziari.
Perché il solo fatto di poter costruire genera un ritorno economico immediato.
Non si può prevedere, come ha finalmente detto l’Assessore, quante persone verranno ad abitare a Milano nei prossimi 25 anni. Ma si può essere certi che, una volta assegnate le volumetrie, lì vi si potrà costruire. Non è necessario avere un bene realizzato per guadagnare, è sufficiente la possibilità di realizzarlo.
Poco importa se poi quelle case rimarranno vuote per mesi o addirittura anni, o se non le si costruirà proprio. L’importante è far andare la cartiera dei titoli speculativi, prima i subprime che hanno portato alla catastrofe finanziaria del 2008, domani i diritti volumetrici.
L’opposizione comunque non si arrende. “Per quel che ci riguarda proseguiremo nel nostro lavoro, in attesa che il provvedimento torni in aula per l'approvazione (e la discussione delle osservazioni) per accompagnare criticamente un provvedimento che rischia, se non viene corretto drasticamente in modo ulteriore, di rappresentare una grande occasione persa per la città”. Hanno dichiarato unitariamente i gruppi di centrosinistra e rilanciano il proprio impegno proprio in vista della fase delle osservazioni e delle prossime elezioni amministrative “Si potrebbe arrivare –sottolineano– a riscrivere da cima a fondo il PGT dopo le elezioni del 2011".
E’ possibile infatti, non solo che il Piano non venga deliberato entro il limite massimo imposto dalla legge e che quindi decada, ma anche che, in caso di un cambio di colore alle prossime elezioni, un’eventuale nuova Amministrazione di centrosinistra possa apportare delle correzioni molto significative al Documento.
Giulia Cusumano