Ecco l’inquietante fotografia che emerge dal Rapporto 2009 di Legambiente sulla criminalità ambientale

Traducendo in termini monetari, il giro d’affari della “Ecomafie Spa” è stato nel 2008 di 20,5 miliardi di euro (poco meno della metà del fatturato della FIAT, tanto per dare una dimensione).
Un business sfrenato che non sembra conoscere crisi (+7,3% rispetto al 2007) e che, sotto un neologismo “purtroppo imposto dalla storia”, come ha commentato il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri ( audio), raggruppa il ciclo dei rifiuti e del cemento, il racket degli animali, l’abusivismo edilizio e le infiltrazioni in appalti di opere pubbliche, l’archeomafia.
E se storicamente le ‘teste’ delle organizzazioni mafiose erano identificabili con alcune regioni del Sud Italia, adesso “l’impressione è che ci sia un’inversione di tendenza” prosegue Palmeri “cioè che i meccanismi decisionali si siano spostati altrove”: è difficile ignorare che, ad esempio, la Lombardia si è resa protagonista di ben 36 inchieste italiane come regione di partenza o di transito del traffico illegale di rifiuti. Rifiuti spesso legati all’altro grande buco nero della criminalità ambientale lombarda: l’edilizia e il ciclo illegale del cemento.
Soprattutto a Milano, città che già deve fare i conti con l’eredità di un periodo di sviluppo economico in ambito chimico-industriale in cui tutto era permesso, l’espansione incontrollata del cemento colpisce anche i progetti edilizi più famosi.
Qualche esempio riportato nel rapporto 2009 di Legambiente: a luglio 2008 a seguito della denuncia di alcuni comitati di cittadini, la Guardia di finanza e il Corpo Forestale hanno effettuato controlli sullo smaltimento nei cantieri di Citylife, verso l’azienda leader nella demolizione dei grandi edifici che ha in appalto lo smaltimento dei materiali di scarto dell’intero progetto, che dovrebbero essere gestiti come sostanze nocive.
All’inizio di febbraio 2009, due finanzieri e un avvocato sono stati arrestati con l’accusa di aver smaltito a prezzo maggiorato del 30% i rifiuti di bonifica dell’ex area industriale Montecity-Rogoredo, dove sta nascendo il nuovo quartiere Santa Giulia.
Ancora, sono state segnalate dai carabinieri del Noe irregolarità legate ai lavori per la realizzazione del nuovo grattacielo che ospiterà gli uffici della Regione in via Melchiorre Gioia: i reati ipotizzati vanno dalla concussione alla corruzione, dalla turbativa d’asta alla truffa, fino al traffico illecito di rifiuti.
In un contesto simile, l’Expo di Milano 2015 è sicuramente uno dei contesti di appalto pubblico più vulnerabili e a rischio di infiltrazioni criminali, ragion per cui Legambiente e Libera chiedono la costituzione di un osservatorio Ambiente e Legalità e di una task force per il controllo degli appalti Expo.
Antiniska Pozzi