Un fenomeno devastante che potrebbe saldarsi con gli interessi delle mafie sull’Expo

Oltre il 25% delle grandi inchieste per il traffico di rifiuti sono partite dalla nostra regione: ciò significa che la Lombardia rappresenta un anello fondamentale della filiera criminale che “fattura” milioni di euro illegali per mezzo dei reati ambientali.
La Lombardia è la seconda regione del nord nella classifica dei reati ambientali. Viene dopo la Liguria, ma la precede per la gravità degli episodi riscontrati. Uno per tutti: le discariche abusive di rifiuti tossici gestite tra Seregno e Desio dalla cosca Iamonte di Melito Porto Salvo.
Ma l’allarme non si ferma qui, poiché la complessità della strategia criminale delle mafie –‘ndrangheta in testa– che hanno scelto la Lombardia come propria piazza di affari salda reati ambientali e enormi interessi nel campo dell’edilizia. Degli 886 reati ambientali accertati nel 2008 in Lombardia 261 (29,5% del totale) riguardavano il ciclo del cemento, con 400 persone denunciate su un totale di 866.
Si profila uno scenario più che inquietante che va dal riciclo del denaro sporco nel settore delle grandi opere, all’infiltrazione nella catena degli appalti fino allo smaltimento illegale dei rifiuti di cantiere.
Il pensiero va subito all’Expo 2015 e alla pioggia di miliardi che potrebbe cadere sulla Lombardia. Secondo la Direzione nazionale antimafia le ‘ndrine sono già attive per entrare nel gioco che secondo i magistrati della Dia “scatena interessi maggiori di quelli ipotizzabili per il Ponte sullo Stretto di Messina”.
Beniamino Piantieri