Palazzo Marino non tollera zone franche. Ma cos’è un cantiere che continua a lavorare nonostante una sentenza del TAR?

Infatti, a Palazzo Marino non sfugge il benché minimo schiamazzo domenicale nei parchi cittadini frequentati dagli immigrati sudamericani, nè l’andirivieni anche di uno solo carrello sui marciapiedi della Chinatown milanese. Però è passata del tutto inosservata la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, il quale lo scorso 24 luglio ha accolto due ricorsi presentati da un gruppo di cittadini contro il cantiere situato tra via De Castillia e via Confalonieri dove la Im.Co. sta costruendo un palazzo di 14 piani.
Il TAR della Lombardia ha decretato l’immediata sospensione dei lavori, che però -come dimostriamo nella nostra inchiesta - procedono come nulla fosse nonostante i cinque esposti presentati da alcuni cittadini in queste settimane e fatti protocollare anche a Palazzo Marino.
Se non possiamo pensare che l’attenzione prestata al tema legalità dai nostri amministratori sia andata in vacanza con loro, siamo dunque costretti a ritenere che a Milano non sono e non saranno tollerate zone franche con l’eccezione del quartiere Isola?
Oppure, dobbiamo riconoscere che la severa applicazione della legge vale per i commercianti cinesi in via Paolo Sarpi, per i Peruviani ed Equadoregni nei parchi, per i Rom nei loro campi, ma non per chi ha mezzi e voce per farsi sentire nelle stanze giuste? Non per chi è in grado di far capire che un cantiere che continua a lavorare nonostante una sentenza di un tribunale della Repubblica non è una zona franca?
Beniamino Piantieri