In sei mesi accolti oltre 5000 siriani in fuga dalla guerra, ma l'emergenza non è finita

Ma dalla fine di agosto del 2013, quando il flusso di profughi si è fatto più consistente e la Stazione centrale è diventata una sorta di limbo nel quale i siriani attendevano di poter proseguire il proprio viaggio verso il nord Europa (soprattutto Svezia e Germania), l'unità di crisi organizzata da Palazzo Marino coinvolgendo le associazioni del volontariato ha ovviato alla pressoché totale assenza degli interventi governativi.
“A Milano da sei mesi –ha spiegato l’assessore Pierfrancesco Majorino– è attiva la convenzione con la Prefettura per l’accoglienza dei cittadini siriani in fuga dalla guerra. Questo è stato l’unico segnale di attenzione da parte del Governo verso una tragedia umanitaria che ogni giorno attraversa il nostro Paese nella totale indifferenza delle istituzioni e che non può più essere ignorata o delegata esclusivamente alla nostra città, agli operatori e ai volontari. Milano, suo malgrado, è diventata un modello, ma noi non abbiamo intenzione di essere lasciati ancora soli in questa situazione. Il Governo ci dica con chiarezza che cosa intende fare. Lo dico perché l’emergenza non è finita e continuerà nei prossimi mesi. L’invito a dare una risposta è rivolto anche alla Regione Lombardia, che alla fine di agosto aveva sottostimato il numero degli arrivi, tacciando il Comune di fare allarmismo e, da allora, non ha mai risposto a nessuno dei nostri appelli.”
Ettore Pareti