Le dimissioni "spintanee" di Stanca certificano che l’Esposizione universale è nelle sabbie mobili

Dal 19 aprile 2009 -data della sua nomina ad Amministratore delegato di Expo 2015 spa- non si riescono a ricordare passi avanti concreti: persino la presentazione del masterplan, due mesi fa, ha rivelato il gigantismo dei costi e il nanismo delle prospettive reali.
Prospettive foschissime poiché anche quello che avrebbe dovuto essere il primo passo concreto, cioé l'acquisizione delle aree, é nelle sabbie mobili.
Ad oggi il luogo dove dovrebbero sorgere i padiglioni espositivi é stato ufficialmente individuato, ma non c'é nessun'altra certezza. Trascorsi ventisette mesi da quel 31 marzo 2008, quando il Bureau international des expositions assegnò l'Expo a Milano la marcia trionfale si é trasformata in una mesta processione.
La vicenda Expo 2015 é ormai la triste storia della strage delle illusioni. Ad essere cadute una dopo l'altra non sono state solo le promesse sulle dimensioni dell'evento, sugli investimenti, sui milioni di visitatori previsti, corretti via via al ribasso.
A crollare miseramente é stata la supposta capacità di una città e della sua classe dirigente di prendere l'ultimo treno possibile per cogliere l'occasione di un rilancio troppo atteso e ancora una volta mancato.
A meno di cinque anni dall'inaugurazione dell'Expo milanese lo stallo che si protrae ormai dall'assegnazione dell'esposizione universale sembra essere diventato un vicolo cieco.
Gli ultimi due anni sono stati sprecati tra inutili -e costosi- tour promozionali internazionali e lotte tra istituzioni più interessate a mettere le mani sull'Expo piazzando i propri uomini di fiducia che a ridisegnare una prospettiva di sviluppo sostenibile e partecipato per Milano.
Beniamino Piantieri