Palazzo Marino sospende l'apertura di un'altre sala scommesse; intanto il Consiglio di Stato dà ragione al Comune su via Cimarosa

Ormai è una vera e propria battaglia senza quartiere tra Comune e gestori delle nuove sale. Palazzo Marino ha però le armi spuntate poiché l'unico strumento a disposizione è il Regolamento edilizio, che però può essere impiegato solo nel caso nelle sale debbano essere eseguiti lavori che richiedano almeno una comunicazione ufficiale agli uffici comunali.
Inoltre come fa notare il vice Sindaco, De Cesaris, la nuova legge regionale entrata in vigore a gennaio è del tutto insufficiente: “La diffusione di nuovi locali dopo l’entrata in vigore della legge regionale dimostra che il sistema delle autorizzazioni non funziona: basta una semplice comunicazione unilaterale per aprire una sala, costringendo poi gli uffici a ‘rincorrerla’. E se la sala è già aperta o non ci sono lavori da svolgere non è purtroppo possibile alcun provvedimento se non l’applicazione di sanzioni. Chiediamo alla Regione di fare di più: solo l’introduzione dell’obbligo del permesso di costruire e di ulteriori strumenti per chiudere le sale aperte possono consentire ai Comuni di agire efficacemente”.
Intanto dal Consiglio di Stato arriva una buona notizia: il 19 giugno il tribunale amministrativo di ultima istanza ha annullato la sentenza del Tar dello scorso febbraio che imponeva la riapertura della sala scommesse di via Cimorosa, alla quale era stata imposta la chiusura il 7 febbraio per mezzo di un'ordinanza del Sindaco, sospesa dopo nemmeno una settimana dal Tribunale amministrativo regionale. Il Consiglio di stato ha dichiarato legittima l'ordinanza del Comune in quanto “appaiono allo stato prevalenti le esigenze di tutela degli interessi pubblici”.
Ettore Pareti