Crescono le spese per la casa e i trasporti e i Milanesi tagliano sugli alimentari

Le famiglie del centro posso spendere un buon 15% in più rispetto all’anno scorso, e nello stesso momento la possibilità di comprare qualcosa di chi abita le periferie scende del 3%. Questo dato illumina come la forbice sociale stia continuando ad allargarsi. Infatti, se osserviamo quanto incide sul bilancio un’esigenza primaria come quella alimentare, notiamo che sulle famiglie della periferia questa voce pesa il 5% in più che su quelle del centro. È ovvio, infatti, che la proporzione del reddito impiegato per l’alimentazione diminuisce quando il reddito aumenta.
Il criterio del numero di persone per nucleo famigliare mostra come quelli più numerosi riescano a stare a galla grazie all'economia di scala. Infatti, chi vive da solo deve sopperire a tutte le spese, mentre due persone riescono a risparmiare circa il 20%. La fatica maggiore è per l’abitazione, infatti la casa consuma più del 40% degli introiti dei single. Le coppie invece impegnano il 32% delle loro risorse per il tetto, fino a scendere al 25% dove la famiglia ha più di 5 persone.
Anche il dato anagrafico è importante nel determinare lo stile dei consumi: chi spende di più ha tra il 50 e i 64 anni. Ciò significa persone che hanno molti anni di lavoro alle spalle, ma non sono ancora in pensione, e che hanno figli abbastanza grandi, ma che spesso necessitano del loro supporto economico. A conferma dello squilibrio del welfare italiano, dove l’assistenza alla famiglia rappresenta il 6% della spesa dello stato sociale, mentre negli altri paesi europei è mediamente al 20%.
Se il 64% degli intervistati per l’indagine della Camera del commercio dichiara di riuscire a mettere da parte dei soldi per pagare il mutuo, o come risparmi, il 37% invece è costretto a usare tutti i suoi introiti per le spese mensili.
Rispetto al 2008 sono stati superati alcuni elementi che riducevano la capacità di spesa delle famiglie, come ad esempio l’andamento di prezzi e tassi.
Bene, ma purtroppo l’equilibrio rimane negativo perchè sono aumentati altri elementi più destabilizzanti, come la notevole crescita della cassa integrazione e della disoccupazione.
L’attuale atteggiamento nel comportamento di spesa viene definito dagli esperti “consumo riflessivo”; e intanto che riflettiamo la contrazione dei consumi e il calo di domanda dall’estero hanno ridotto il PIL del 5% rispetto all’anno scorso.
Così mentre la spesa media è calcolata sui 2.900 € al mese, un anziano di più di 65 anni è costretto ad accontentarsi di ciò che può avere con 2.100€, come del resto i giovani fina a 34 anni devo restringersi per stare in 2.800€.
E. F. P.