Intesa raggiunta tra maggioranza e Pdl. Ma una mossa sulle Partecipate ha riacceso lo scontro

Così la maggioranza da una parte e il Pdl insieme a Mariolina Moioli (gruppo Milano al Centro) dall'altra sono giunti ad un'intesa per una riduzione della pressione fiscale di 30 milioni di euro.
Dal patto è rimasta fuori la Lega, che, pur facendo una battaglia di opposizione in sintonia col Pdl, ha però voluto puntare sul tema della riduzione dell'aliquota Imu sulla prima casa, come ha fatto anche Manfredi Palmeri. Un punto, questo, su cui la maggioranza non ha voluto però aprire il dibattito, sottolineando che l'addizionale dello 0,4% imposta a Milano è già tra le più basse d'Italia.
Nella maggioranza l'accordo è stato cercato in primo luogo da Carmela Rozza, capogruppo del Pd, che, pur preparandosi ad un eventuale contingentamento dei lavori, si è detta da subito disponibile ad un'intesa, portando agli Assessori la richiesta dei tagli al bilancio.
Un accordo che sull'Imu ha portato a soddisfare alcune richieste dell'opposizione, abbassando, rispetto a quanto previsto nella delibera iniziale, l'addizionale chiesta a commercianti, artigiani e locatori di immobili. Istanze che, nella maggioranza, ha fatto proprie anche il Pd: “Siamo soddisfatti perché siamo riusciti a tutelare le categorie che volevamo”, ha commentato la capogruppo Pd, aggiungendo che “a chi affitta abbiamo dato il segnale che farlo in modo regolare conviene”. Inoltre, “io sono sempre stata gli accordi e non per il confronto muscolare”, ha ricordato la Rozza. “Abbiamo dimostrato che le nostre richieste erano giuste perché sono diventate anche le vostre”, ha risposto Giulio Gallera dai banchi del Pdl, sempre nel dibattito sull'Imu. “Il nostro lavoro è stato determinante per non appesantire chi già è in condizioni di difficoltà, soprattutto commercianti e artigiani”, ha continuato Gallera, spiegando che “aiutare Milano lo si fa ampliando le opportunità e non con le mance e i contributi” (riferendosi alle agevolazioni a valle delle imposte su cui si era discusso).
Al termine del dibattito anche il Sindaco aveva voluto “benedire” l'accordo che consentiva di chiudere il bilancio, ringraziando l'Aula per il lavoro svolto.
La partita si è chiusa aspettando che l'intera delibera di bilancio venisse rivista dalla Giunta, mercoledì 27, che avrebbe dovuto apportare i tagli concordati. Un risultato che aveva soddisfatto anche il capogruppo del Pdl Carlo Masseroli, secondo cui un taglio delle spese, seppur solo di 30 milioni rispetto ai quasi 200 di aumenti previsti dagli Assessorati, era comunque un segnale importante, anche perché, sottolineava Masseroli, il ritorno del bilancio in Giunta non si era mai verificato.
Un nuovo colpo di scena si è avuto però quando la Giunta ha comunicato che i 30 milioni di minori entrate sarebbero stati compensati con tagli a voci di spesa generali del Comune (riorganizzazione delle spese postali, maggiore efficienza nell'illuminazione pubblica, riduzione delle spese per la riscossione dei tributi, riallocazione interna di fondi bloccati per altri scopi, ecc.) con dividendi straordinari delle Aziende partecipate del Comune Atm e Metropolitana Milanese. I 30 milioni sono stati trovati, quindi, ma senza tagliare le spese degli Assessorati.
Un intervento che comunque rispecchia quanto concordato tra maggioranza e opposizione, ha fatto sapere l'assessore al Bilancio Bruno Tabacci, spiegando che minori risparmi nei contratti con le Partecipate sono previsti già nel 2013 e 2014. Un cambio di rotta inaccettabile invece secondo Carlo Masseroli, perché la Giunta al posto di tagliare le spese ha continuato a chiedere soldi, seppur alle proprie aziende.
Ora il Pdl ha accusato la Giunta di aver mortificato l'Aula, e la maggioranza di non aver rispettato gli accordi. Masseroli ha affermato però che non ci si assumerà la responsabilità di far perdere al Comune il bonus dei 30 milioni, così il principale partito d'opposizione ha abbandonato il Consiglio, lasciando all'opposizione attiva solo la Lega.
C. U.