Tra le novità de regolamento edilizio, ora in discussione a Palazzo Marino, anche l'obbligo di ingressi per i disabili in tutti i negozi. Mentre fa discutere la norma sugli edifici abbandonati

Un punto d'arrivo a cui si è giunti dopo il confronto con l'associazione delle persone con disabilità Ledha, e che trova d'accordo anche gli esercenti, che potranno scegliere la soluzione più adatta senza essere costretti a stravolgere l'ingresso dei negozi o dover occupare tutto lo spazio del marciapiede.
Altro provvedimento atteso quello sulle sale scommesse e il gioco d'azzardo. Il regolamento, ottemperando a quanto previsto dalla legge regionale, vieta sia l'apertura di nuovi esercizi, sia l'installazione di nuovi apparecchi per il gioco a meno di 500 metri da luoghi sensibili, a partire da scuole e centri di aggregazione giovanile fino gli ospedali, ma anche i parchi gioco o “luoghi di particolare valore civico e culturale quali musei e sedi di associazioni di volontariato che si dedicano alla pubblica assistenza”. Insomma, porta chiusa all'ampliamento delle sale gioco, tanto che, con un provvedimento che potrebbe scatenare la battaglia degli operatori, c'è anche il divieto di utilizzare “il termine Casinò, o altre definizioni che possano richiamare il gioco d'azzardo o costituiscano incitamento al gioco” per le insegne dei nuovi esercizi.
Lo scontro a Palazzo Marino è però ancora tutto sulla norma che attribuisce al Comune il potere di intervenire sugli immobili privati in stato di abbandono da più di cinque anni, arrivando anche ad impiegare tali beni per una “destinazione pubblica”, o comunque recuperando le aree non residenziali dismesse, sempre con l'intento di perseguire “un migliore assetto urbanistico del territorio” e, in generale, “l'interesse pubblico”.
Una misura che, secondo il centrodestra, sa di esproprio, di socialismo reale, per il forzista De Pasquale. Perché non fermarsi, chiede De Corato, alla possibilità di intervenire direttamente per la messa in sicurezza degli edifici abbandonati, addebitando le spese al privato? Lettura opposta per la maggioranza e l'assessore De Cesaris, che elenca i casi di degrado in città, dovuti proprio al mancato intervento dei privati e all'impossibilità del pubblico di intervenire in modo efficace. Il provvedimento, spiega l'Assessore, sarebbe solamente l'extrema ratio, dopo la diffida ai proprietari e l'eventuale intervento pubblico per la messa in sicurezza, una norma per spingere i proprietari a confrontarsi col Comune e presentare un progetto di riqualificazione, su cui si deciderà caso per caso. L'assessore ne fa una questione di decoro e di interesse della città: se il privato non interviene, perché non poter utilizzare l'immobile per una funzione pubblica?
Stesso richiamo al decoro e alla lotta al degrado anche per l'obbligo di mantenere in ordine gli edifici, a partire dalle facciate, per evitare di dare spazio a chi può avere interesse a mantenere il degrado, come succedeva nella palazzina di viale Bligny 42, ma anche (a dire il vero senza apparente degrado dall'esterno) in via Cavezzali, zona via Padova.
Tante novità dunque nel regolamento edilizio, anche se è l'ultima che abbiamo raccontato quella destinata ad alimentare lo scontro.
C.Urbano