Amsa e Comune vogliono il nuovo termovalorizzatore e lanciano l'allarme: “mezzo milione di rifiuti in più per Milano nel 2011!”. La Provincia ribatte, “Non scherziamo, non siamo a Carnevale!”, e si dice tranquilla.

Carlo Petra, Amministratore Delegato di AMSA S.p.A., la municipalizzata che gestisce la raccolta dei rifiuti prodotti dai cittadini milanesi, conferma nella nostra intervista un allarme che suona sconvolgente: “Nel 2011 l'area di Milano sarà investita da mezzo milione di tonnellate di rifiuti che non saprà come smaltire”. 500.000 tonnellate: inevitabile, data la fonte da cui viene lanciato l'allarme, pensare con inquietudine a scenari che da settimane rimbalzano dagli schermi televisivi.
Il pomo della discordia è rappresentato dalla necessità o meno di costruire un nuovo termovalorizzatore. La Provincia ha stilato un'analisi tecnica molto dettagliata e apprezzata dallo stesso Petra, avendo come obiettivo l'autosufficienza in tema di smaltimento dei rifiuti, e offre dati e proiezioni pienamente condivise da Amsa.
Quello su cui non concorda l'azienda pubblica milanese sono le azioni che la Provincia prospetta al termine dell'analisi e le contraddizioni tra queste ultime e i numeri del problema. In particolare si punta l'indice su una contraddizione interna agli stessi documenti per cui a fronte di una determinata previsione si propongono misure palesemente inadeguate. L'equivoco sarebbe prodotto da una modifica in itinere del piano provinciale, che prima avrebbe prospettato come soluzione ottimale quella del nuovo termovalorizzatore per poi evidenziare la possibilità di ottenere uguali risultati attraverso una semplice implementazione della raccolta differenziata unita a un ammodernamento degli impianti esistenti. “È palese che la decisione è una decisione politica e non tecnica, che non ha nulla a che vedere con la realtà. Una decisione -continua Petra- a fronte della quale noi ci sentiamo totalmente impotenti”.
Sulla stessa posizione e ugualmente preoccupato è l'Assessore al Decoro Urbano e Verde del Comune di Milano, Maurizio Cadeo, il quale rivendica l'ottima prestazione della città in termini di raccolta differenziata e aggiunge che “il nuovo termovaolrizzatore non dev'essere considerato alternativo alla raccolta differenziata, poiché le due azioni rispondono a fabbisogni quantitativamente troppo divergenti”.
Il problema politico menzionato da Petra, allude a una correzione del piano operativo voluta dai Verdi e da Rifondazione, che nella maggioranza di centrosinistra, al governo in Provincia, avrebbero fatto valere la loro opposizione interna alla costruzione del termovalorizzatore, aggiustando il tiro su soluzioni tendenti a valorizzare l'impiantistica esistente, a impegnare i Comuni nel miglioramento della resa da riciclo e nel contenimento della produzione alla fonte.
La risposta della Provincia di Milano
Raggiunto telefonicamente, il capogruppo dei Verdi in Provincia, Andrea Gaiardelli controbatte puntando l'indice sulla scarsa voglia di Amsa di impegnarsi in un adeguamento dei propri tassi di riciclo, più bassi a suo dire di quelli dichiarati, e sicuramente deficitari rispetto ad altre realtà cittadine di dimensioni comunque significative, e solleva dubbi sull'effettiva valenza ecologica dei termovalorizzatori di nuova generazione.
Infine, l'Assessora provinciale al Verde e all'Ambiente, Bruna Brembilla, responsabile del Piano per la Gestione dei Rifiuti, definisce assolutamente allarmistiche le dichiarazioni di Petra, “le 500.000 tonnellate indicate da Petra riguardano tutta la Provincia di Milano e la futura Provincia di Monza e Brianza, sono considerate dal piano e sono perfettamente gestibili secondo l'obiettivo dell'autosufficienza” e, senza precludere la possibilità di realizzare nuovi impianti (è una questione di priorità), aggiunge che la posizione di Amsa è ideologica, in quanto rifiuta a priori di accettare il principio per cui prima è necessario dare precedenza all'esistente e alle politiche di riciclo.
Tradotto, probabilmente ad Amsa costerebbe di meno impacchettare i rifiuti e spedirli a un nuovo termovalorizzatore piuttosto che sforzarsi di adeguarsi ai tassi di differenziazione degli altri Comuni della Provincia. L'Assessora rispedisce al mittente l'accusa di aver condotto scelte seguendo le logiche politiche interne alla maggioranza e tranquillizza tutti: “non avremo situazioni di emergenza, non siamo a Carnevale e non stiamo giocando”.
Cosa succederà allora? Limitandoci al futuro prossimo, è plausibile che il Piano Provinciale venga approvato il prossimo 28 giugno, in modo condiviso dalla maggioranza, che preveda le contromisure contestate dall'Amsa e dal Comune di Milano, ma includa tra gli scenari possibili benché non prioritari quello della costruzione del termovalorizzatore. Tuttavia, la decisione effettiva, passerà poi alla Regione, che avrà a sua volta diversi strumenti per imporre la propria volontà riguardo alle azioni da compiere, compresa quella di decidere d'ufficio per la realizzazione del nuovo impianto.
Al disorientato cittadino milanese non resta che seguire con noi la vicenda, sperando che nel 2011 non si compia l'infausta previsione di Petra.
Fabio Davite