Continua il duello tra Comune, Provincia e Regione per la gestione dell’Expo. Intanto il Governo decide di giocare la partita, piuttosto che arbitrarla

E’ quasi certo che le redini del gioco saranno riposte nelle mani del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica gestito da Roma e saldamente elle mani del ministro Tremonti, mentre l’ipotesi di un amministratore unico caldeggiata dal Sindaco è stata definitivamente archiviata.
Riavvolgiamo per un momento il nastro e ripercorriamo gli ultimi passi dell’infuocato contenzioso estivo.
Tra fine luglio e inizio agosto, al grido del “tutti contro tutti” che quasi faceva rimpiangere il decantato “gioco di squadra” esibito nell’iter di assegnazione dell’Expo, la palla è passata da una mano all’altra trasformandosi in una patata bollente che solo la pausa estiva ha potuto raffreddare. Nel frattempo il decreto slittava di settimana in settimana, i tempi si allungavano, Milano veniva esposta alla figuraccia internazionale di dover rinviare sine die la visita del Segretario generale del BIE Vicente Gonzale Loscertales, che già ai primi di luglio avrebbe dovuto verificare l’avvio dei progetti.
Così mentre le infrastrutture promesse per l’Expo faticano anche a diventare progetti veri e propri –si veda il caso clamoroso della fantomatica linea 6 della metropolitana e il rischio concreto che il primo tratto della linea 4, che sembrava una delle poche certezze per il 2015, sfori i tempi previsti– i duellanti si sono affrontati sotto il sole estivo.
Da un lato c’era il Sindaco, già nominato Cosde (commissario straordinario) irremovibile nel rivendicare il ruolo di amministratore unico per il suo storico braccio destro Paolo Glisenti. Secondo il suo progetto, Glisenti avrebbe presideuto la Soge, società di gestione orchestrata dal Cipem, comitato di indirizzo e programmazione di Milano capitanato dal Sindaco stesso.
Di fronte ad un piano evidentemente sbilanciato in direzione di Milano, il presidente della Provincia Penati e il presidente della Regione Formigoni hanno fatto la voce grossa e si sono messi di traverso.
Formigoni, chiedendo l’istituzione di un Consiglio di Amministrazione “pluristituzionale” in luogo di un amministratore unico al comando della Soge.
Penati, arrivando a manifestare in una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, una “viva preoccupazione per l’allungarsi dei tempi”, dovuto, a suo dire, dall’irremovibilità del Sindaco sulla candidatura di Glisenti.
Altrettanto favorevole ad un decentramento del potere di governance, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha bocciato il piano del Sindaco ed ha accolto una nuova bozza di Decreto (Dpcm) inviata da Formigoni a nome di tutti gli enti coninvolti.
La bozza, che sembrerebbe sposare le linee del Ministro del Tesoro, conferirebbe il mandato di regia al Cipe (cioè al Governo) anziché al Cipem (il Comitato presieduto dal Sindaco), istituirebbe un cda a 3 o 5 membri a capo della Soge, sostituendo la figura di un amministratore unico con quella di un amministratore delegato.
Provincia e Regione sembrano essere d’accordo su un punto; la gestione dei 50 miliardi che ruoteranno attorno all’Expo non può essere delegata ad un amministratore unico diretto da un supercommissario, tanto più se il primo è il braccio destro del secondo.
Dopo aver minacciato di dimettersi dalla Presidenza del Cipem, il Primo cittadino sembra ormai essersi rassegnato ad un ruolo di collaboratore e non più di coordinatore dell’evento.
D’altra parte, si assisite ad un valzer di ministri e viceministri pronti a salire sul carrozzone dell’Expo. A scendere in campo oltre a Cosde, Regione, Comune, Provincia, Camera di Commercio e Fiera, sarebbero pronti i ministeri degli Interni, dei Beni culturali, dell’Istruzione, della Difesa, delle Riforme, i sottosegretari al Turismo e Protezione Civile.
Il rischio è che da un accentramento del potere si passi ad un eccessivo decentramento che potrebbe compromettere la fluidità del percorso amministrativo e gestionale dell’evento.
Se è importante che sulla poltrona non sieda soltanto un Re, è anche vero che la volontà di protagonismo di troppi governanti potrebbe interferire notevolmente nell’ideazione di un disegno unitario e organizzato.
Giulia Cusumano