Passata l’adozione del PGT arriva la fase più importante, quella delle osservazioni dei cittadini. Ora i Milanesi possono cambiare radicalmente il Piano di governo del territorio e fermare l’onda di cemento

Si tratta indubbiamente di correzioni di rilievo, stappate comunque a prezzo di una discussione sfibrante e spesso costretta a maratone estenuanti volute da una maggioranza incapace di garantire il numero legale per i troppi contrasti interni. Ma il dato di fondo non cambia: i concetti cardine che sostengono il PGT (densificazione, perequazione, attribuzione di indici edificatori virtuali a terreni agricoli che poi verranno riversati sulla città, sostanziale cessione dei servizi ai privati) restano l’impianto ideologico e sostanziale di un Piano di governo del territorio che –non ci stanchiamo di dirlo– mette a repentaglio il futuro, non solo urbanistico, di Milano.
Il voto che all’alba del 14 luglio ha sancito l’adozione del PGT è solo il primo passo di un percorso più lungo. Adesso si apre la fase della partecipazione dei cittadini che potranno presentare le proprie osservazioni le quali, dopo il vaglio degli uffici tecnici del Comune, dovranno entrare nella seconda fase della discussione in Consiglio comunale che è prevista per la fine di quest’anno.
I prossimi mesi saranno quindi cruciali. Le forze di opposizione che hanno lottato unitariamente in questi mesi e che compatte hanno votato contro l’adozione del PGT hanno dichiarato che continueranno a battersi perché le osservazioni dei Milanesi cambino radicalmente quanto uscito ieri dall’aula consiliare. La maggioranza ha invece fatto capire che non intende affrontare un altro tour de force per l’approvazione definitiva e mira a falcidiare il maggior numero possibile di osservazioni in fase tecnica per inserirne una minima –e ininfluente– quantità nel Piano da votare rapidamente in seconda lettura.
Anche per questo è necessario che la città si mobiliti e chieda di essere ascoltata.
A questo punto la parola passa ai comitati, alle associazioni e a tutti quei cittadini che in questi mesi si sono mobilitati per far sentire le proprie critiche ad un Piano di governo del territorio inaccettabile.
Chiamamilano continuerà la propria attività su questo passaggio fondamentale per il futuro della città, sia con l’attività del giornale sia continuando a proporsi come luogo di dibattito e confronto tra tutti coloro che già si sono mobilitati in questi mesi e soprattutto invitando anche tutti gli altri cittadini a partecipare.
Per non lasciare affogare Milano sotto un’ondata di speculazione e cemento.