A2A lancia l’allarme: inceneritore o sarà emergenza rifiuti. Come tre anni fa la multiutility dell’energia preme per realizzare un nuovo impianto nel Parco Sud

Il piano dei rifiuti fu approvato, la maggioranza di centrosinistra a Palazzo Isimbardi perse qualche pezzo, sull’inceneritore si arrivò ad una soluzione di compromesso che in realtà lasciava aperta la strada a tutti gli scenari possibili. In quel piano però si prevedeva anche che la raccolta differenziata a Milano passasse dal 30,3% al 40,7% entro il 2011.
A due anni da allora però, nel capoluogo lombardo, la raccolta differenziata non ha fatto sostanzialmente passi avanti anche se per fortuna non ci siamo trovati con i cumuli di “mondezza” nelle piazze.
A2A oggi rilancia l’allarme e guarda al Parco Sud come sede predestinata, in un terreno del Comune di opera, il cui sindaco leghista però è pronto alle barricate.
Indubbiamente il problema rifiuti sussiste ed è certamente di più complessa gestione rispetto ad un qualsiasi comune di dimensioni medio piccole: Milano ha ufficialmente poco meno di 1.300.000 residenti, a questi vanno sommati tutti coloro che vivono in città per periodi più o meno lunghi per studio o lavoro nonché le centinaia di migliaia di city users giornalieri che di certo non riportano i loro rifiuti nei propri comuni di residenza ogni sera.
Eppure il nuovo inceneritore sembra più dettato dalle logiche economiche del ciclo combustione dei rifiuti-produzione di energia che dall’evidenza che quella sia l’unica strada possibile.
Ettore Pareti