Il primo quadrimestre del 2011 vede la provincia di Milano capofila degli incidenti mortali

E il territorio dove si sono verificati in numero maggiore gli incidenti è proprio quello della provincia di Milano, con ben 8 morti sul lavoro. A seguire la provincia di Como con 3, di Bergamo, Brescia e Mantova con 2 e infine le province di Lecco, Pavia e Cremona con 1 incidente mortale.
I settori maggiormente interessati da incidenti sul lavoro sono le costruzioni, l’agricoltura, l’industria e la movimentazione merci e magazzinaggio. I morti sono quasi tutti di sesso maschile e di nazionalità italiana, con due sole eccezioni: un cittadino albanese e uno rumeno. L’ultimo decesso riguarda però una donna italiana, dipendente di un’impresa di pulizia. La causa principale di queste morti è lo schiacciamento (12) ad opera di masse in lavorazione o di automezzi in movimento. Seguono: la caduta dall’alto (5), l’ustione (2) e il soffocamento (1). Non c’è una fascia d’età particolamente colpita: giovani o anziani, nessuno scampa a una sorte che troppo spesso viene imputata alla fatalità invece che alla mancata prevenzione.
E a chi spetta affrontare le questioni della sicurezza nei luoghi di lavoro se non, in primis, alle istituzioni? Ma il tema viene affrontato poco e nei modi sbagliati: i fondi concessi sono pochissimi (vedi questo recente bando del Comune di Milano a favore di Anmil) e più spesso sono mostre o eventi artistici a parlarne.
“Nella nostra regione il primo quadrimestre 2011 si chiude con un tasso di infortuni mortali sempre troppo alto per un paese civile e una regione come la nostra” conclude Botti.
Antiniska Pozzi