Da un secolo e mezzo le Scuole civiche milanesi sono uno dei fiori all’occhiello del welfare cittadino. Per quanto ancora?

In quello stesso anno le Civiche Scuole serali inaugurarono i corsi superiori per chi era in possesso della licenza elementare, registrando entro la fine dell’anno 300 iscritti, e venne nel contempo istituita la prima scuola superiore femminile laica, nucleo primordiale della Civica, dedicata ad Alessandro Manzoni nel 1886 e trasferita nella sede storica di Palazzo Dugnani nel 1895, per offrire la possibilità di continuare gli studi dopo la scuola elementare senza fini professionali.
Tra scuole elementari, professionali serali e femminili, nel 1863 si contavano 2840 persone coinvolte.
E’ solo l’inizio di una lunga tradizione che vede Milano come città all’avanguardia in ambito formativo, professionale e non, tradizione in cui rientrava anche l’attività multiforme dell’Umanitaria (fondata nel 1893 e operativa dal 1902), grazie a cui furono realizzate, oltre a numerose strutture sociali come gli Uffici del lavoro coi laboratori d’arti e mestieri poi famosi in tutta Italia, anche le scuole “popolari” con i corsi professionali per i settori dell'industria meccanica e tipografica (la Scuola del Libro), e corsi di formazione ed aggiornamento per insegnanti e assistenti sociali.
Una tradizione nel cui solco s’inseriscono anche, negli anni ’60-70, le Scuole Civiche del Politecnico e la Scuola di Teatro, promosse dal Comune nonostante ciò non rientrasse specificamente nelle competenze dell’amministrazione, nel segno di un confronto con la modernità e con la cultura urbana, e nella consapevolezza che bisognava ormai fare i conti con una società di massa e con nuove tecniche di produzione culturale.
Oggi, anno 2008, il Comune gestisce una scuola primaria, due scuole secondarie di primo grado, alcune scuole secondarie di secondo grado diurne e serali con diversi indirizzi, bienni di recupero diurni e serali e corsi di specializzazione serali.
A.P.