Giornata mondiale
della salute mentale
10 ottobre 2024
In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, Chiamamilano ha ospitato la mostra “Lampi”, mostra personale di Sofia Giacomelli a cura di Mara Cozzoli, presentata dall'Associazione Culturale infinityArt.
La giornata di inaugurazione della mostra, che ha coinciso con la Giornata Mondiale della Salute mentale, è stata completata da una conferenza-testimonianza sul tema.
La giornata di inaugurazione della mostra, che ha coinciso con la Giornata Mondiale della Salute mentale, è stata completata da una conferenza-testimonianza sul tema.
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da lunedì 10 a venerdì 25 ottobre 2024
mostra: Lampi Sovrastare la superficialità e immergersi nel percorso psico-evolutivo della donna è una peculiarità di Sofia Giacomelli, giovane artista in grado di porre in essere un’attenta analisi del profondo che si traduce in delicata osservazione dei diversi passaggi che toccano la vita del sesso femminile mostrandone, in tal modo, reconditi e inespressi desideri, sofferenze, passioni, rinnovata e raffinata sensualità (sovente rinnegata) che si mischia all’eleganza. Un cammino che inizia con l’adolescenza dove si indossano le vesti di angeli ingenui e ribelli, attimi caratterizzati da incommensurabili vuoti interiori, paura, impotenza e smarrimento, avvicendamenti che indicano il passaggio all’età adulta. La donna è vista attraverso il rapporto che, nel corso del tempo, sviluppa con la parte più intima di sé, la propria sessualità e il proprio corpo costretto, nelle diverse fasi esistenziali, a subire mutamenti difficoltosi da accogliere o a divenire strumento di comunicazione sintomo, dunque, di un disagio che si muove dentro, la cui visione distorta racconta una dimensione estremamente fragile e problematica dell’Io. La donna è vista attraverso il rapporto che, nel corso del tempo, sviluppa con la parte più intima di sé, la propria sessualità e il proprio corpo costretto, nelle diverse fasi esistenziali, a subire mutamenti difficoltosi da accogliere o a divenire strumento di comunicazione sintomo, dunque, di un disagio che si muove dentro, la cui visione distorta racconta una dimensione estremamente fragile e problematica dell’Io. Storie e vissuti di atavica cultura, in cui la psiche impone il riesame del rapporto con il materno, in uno silenzioso scontro che conduce al dialogo e alla condivisione reciproca. Sguardi fieri e apparentemente decisi si traducono in forme di tutela, quasi fossero maschere volte a nascondere la vulnerabilità dell’anima: un ulteriore mezzo per sentirsi al sicuro. In bilico, tra il tenace raggiungimento dell’invisibilità rispetto al mondo e la necessità, attraverso il celato, di essere viste in quanto persone con proprie emozioni e relative esigenze; prigioniere di un limbo metafora di conflittualità, sospese tra ciò che si è e quanto si vorrebbe essere, immerse nel caos di meccanismi poco comprensibili, naviganti nel mare dell’inconsapevolezza in marcia verso una nuova nascita.Protagoniste, dunque, di un lungo e elaborato lavoro su se stesse, coscienti e denudate di ogni debolezza giungono, infine, ad amarsi incondizionatamente. |
