Crescono le polemiche nella maggioranza

Fatto sta che dalla luna di miele alla prima seria crisi coniugale, altro che settimo anno, sono bastati quattro mesi.
I primi dissapori si erano manifestati già all’indomani della vittoria: partiti scontenti per i troppi esponenti della società civile in Giunta; forze minori della coalizione che accusavano il PD di essere troppo vorace sia a Palazzo Marino che nei Consigli di Zona; correnti del PD in polemica tra loro; più un nutrito plotone di Consiglieri di maggioranza rimasti delusi per una promozione attesa e mai arrivata.
All’orizzonte, poi, si preannunciano nubi sia sulla cessione delle quote SEA e Serravalle, fondamentale per la tenuta dei conti di palazzo Marino, sia sul bilancio previsionale 2012.
E mentre il quadro nazionale impone scelte impopolari, il Sindaco è stato esplicitamente chiamato dalle stesse forze politiche a fare da mediatore. Compito estremamente difficile, e rischioso; anche perchè non vi è una sola linea di faglia da tenere d’occhio. Infatti, non solo si è innescata la dialettica Giunta-Consiglio, con il secondo che si sente un mero notaio delle decisioni della prima (ma questo ormai è un classico a cui assistiamo dal 1993, qualunque sia il colore e la latitudine dell’amministrazione), ma continuano a riemergere i rancori di quei partiti che si sono sentiti in qualche modo sottorappresentati alla formazione della Giunta.
Infine, la spaccatura sempre più evidente all’interno del PD con i suoi esponenti più significativi che procedono in direzioni opposte e sono addirittura arrivati a scontrarsi in diretta radiofonica. Con il rischio concreto di trasformare in causa di instabilità quello che avrebbe dovuto essere, per l’eccezionale e insperato risultato elettorale, l’elemento di forza e solidità della coalizione.
Il successo di Piasapia e del centrosinistra ha suscitato speranze e ambizioni legittime, ma paradossalmente sembra essere stata la misura della vittoria, dopo oltre un ventennio di opposizione in quella che sembrava essere l’inespugnabile capitale del centrodestra, a innescare quelle forze centrifughe che la lunga campagna elettorale e l’onda arancione sembravano aver superato una volta per tutte.
B. P.