PdL e Lega vogliono l’azzeramento del Consiglio d’amministrazione della SOGE. A quasi un anno dalla vittoria di Parigi tutto ancora al punto di partenza

In quasi undici mesi la macchina dell’Expo non s’è mossa di un metro, e adesso con l’ipotesi, più che concreta, dell’azzeramento del Consiglio d’amministrazione, la cui gestazione è durata oltre 300 giorni, si è innestata la marcia indietro. Un gioco dell’oca che ha in palio il futuro della città e la sua credibilità a livello nazionale.
L’intera vicenda Expo, almeno dal momento del cambio di Governo dopo le elezioni dell’aprile scorso, si è trasformata in un complesso risiko, nel quale il posizionamento di ogni pedina e l’avanzamento delle forze in campo sullo scacchiere davano, e danno, la misura dei rapporti di forza all’interno del centrodestra.
Non è detto che attorno al Consiglio di amministrazione non si riesca a siglare una tregua, ma il sentiero è assai stretto. Lega e AN reclamano un posto nel Cda della SOGE, ma ciò priverebbe il Comune di un suo rappresentate nel Consiglio di amministrazione. La battaglia, dunque, non è finita. Le possibilità al momento sembrano essere due: la revoca in toto del Cda, come vorrebbero Lega e buona parte del PdL, o la sostituzione di due membri. Qui si intrecceranno questioni politiche e giuridiche.
Le certezze per il momento sono due, entrambe pessime per il Sindaco, che paga con gli interessi l’illusione cullata per quasi un anno di poter gestire in solitaria l’Expo: la guida dell’intera partita passa nelle mani del Premier e del Ministro del Tesoro, tramite l’ex ministro Stanca o altri poco importa; il corposissimo, e ancor più ambito, scettro di comando sul capitolo grandi opere verrà affidato al Presidente Formigoni.
B.P.