Un saluto a Franco Bomprezzi, giornalista e presidente della Lehda
Una grande persona, prima ancora che un grande giornalista, e un fenomenale combattente fin da piccolo. Franco Bomprezzi era affetto sin dalla nascita da osteogenosi imperfetta (una malattia 'snob' come diceva lui, che colpisce 1 persona su 25mila e a cui spesso non si sopravvive) e aveva raccontato la sua storia in un cortometraggio per Telethon nel 2006, raccontando del nonno "che quando ha scoperto che avevo le ossa fragili mi ha salvato saldando le fratture delle mie braccia e gambe di bimbo con le stecche dei colli delle camicie". |
Viveva e lavorava a Milano, che nel 2005 gli aveva conferito l'Ambrogino d'oro.
E' morto stamattina a 62 anni presso il centro Clinico Nemo dell'ospedale Niguarda, dove era ricoverato da qualche tempo e da dove ha continuato fino all'ultimo a scrivere e farsi portavoce di un pensiero sull'attualità mai banale, sempre coraggioso, puntuale e illuminante.
Queste sono le ultime parole che ha scritto sul suo blog "Francamente": "Ecco, è qui che sto combattendo una nuova battaglia per ritrovare salute e qualità della vita. Coccolato dalle Oss e dagli infermieri, curato con attenzione certosina dall’équipe medica, sento già i primi segni della riscossa. Ma sono anche giorni nei quali il pensiero è davvero libero di volare. Il pensiero di ciò che ho fatto sino ad ora, di ciò che vorrei continuare a fare a lungo, l’analisi serena dei progetti che mi spingono a guarire in fretta, perché c’è tanto da fare. In un Paese nel quale sembra che nulla funzioni, ho trovato la conferma che non è vero, non c’è da disperarsi. Volevo per ora condividere con voi questa mia sensazione di serenità. Ne scriverò ancora".
Purtroppo non sarà così, ma la sua battaglia, che era una battaglia di tutti e per tutti, continua necessariamente.
A.P.