Continua la corsa dei prezzi e anche a Milano a crescere di più sono i generi di prima necessità

Approfondendo la situazione di Milano, si può vedere che nel mese di giugno 2008 l’indice generale dei prezzi al consumo per l’Intera Collettività Nazionale (N.I.C.) è risultato in aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente, che già aveva registrato un più consistente aumento (+0,6%) rispetto ad aprile.
In generale, il settore abitativo mostra un incremento (6% rispetto al 2,3% del 2007), che sembra però dovuto soprattutto all’aumento del prezzo del gasolio per il riscaldamento, e solo in minima parte alle spese di mantenimento della casa (+4,9%).
Per quanto attiene al mercato immobiliare, il primo semestre del 2008 ha mostrato una flessione, più delle transizioni che dei prezzi stessi, che tuttavia risentono dell’andamento stagnante del mercato. Dopo il boom degli ultimi cinque anni, vendere casa a Milano (e di conseguenza comprarla) è diventato più difficile. I canoni degli affitti mostrano invece un indice in salita del 2,1%.
Tra le variazioni più preoccupanti, in quanto relative a beni di prima necessità, c’è poi quello sui generi alimentari: +9,1% per pane e cereali (a fronte dell’1,9% dello scorso anno), +10,3% per latte, formaggi e uova (rispetto al 2,3% del giugno 2007), +4,6% per le carni.
Se lo scorso anno, nel mese di giugno, tra gli aumenti significativi c’era quello del settore “Ricreazione, spettacolo e cultura” che riportava un indice simile a quello del settore generi alimentari (rispettivamente 2,1 e 2, 5%), quest’anno il settore degli alimenti fa un balzo in avanti e, con un aumento complessivo del 4,9% si distanzia dal settore ricreazione, sceso invece all’1,1%. Sintetizzando, costano di più le cose che servono di più, e diminuiscono quelle meno necessarie, almeno alla sussistenza, il che non è esattamente una buona notizia.
Un altro dato curioso è poi quello relativo all’indice dei prezzi relativi al settore “Comunicazioni”: in calo vertiginoso nel mese di giugno dello scorso anno (-9,6%), il dato continua a essere negativo. In dettaglio, -11,3% per quanto riguarda apparecchi e materiale telefonico. In diminuzione anche altri tipi di oggetti tecnologici, come apparecchi foto-cinematografici (-9,6%), apparecchi per registrazione, ricezione e riproduzione (-7,3%) e computer (-7,9%): scendono i prezzi, ma si compra di meno. Se bisogna spendere di più per il pane quotidiano, il budget per seguire le veloci evoluzioni della tecnologia si riduce drasticamente...
A.P.