Ampia adesione dei milanesi ai referendum su mobilità e ambiente, ora la Giunta deve trovare i soldi per realizzare i punti del programma

Il bilancio del Comune, si è già visto delle prime analisi dopo il cambio della guardia a Palazzo Marino, è tutt’altro che in salute come dichiarato dall’ex Sindaco. “Tutti cantano vittoria ma nessuno nè il Sindaco nè la Giunta, nè il neo Assessore Maran si pongono il problema di dove e come reperire, in modo realistico, le risorse per attuare i quesiti a cui i milanesi hanno risposto affermativamente” denuncia l’ex vice sindaco Riccardo De Corato, evidentemente conscio dello stato in cui la precedente amministrazione ha lasciato le casse. Sono circa 100 i milioni che servirebbero per applicare puntualmente i programmi dei 5 quesiti del referendum. 60 per la mobilità e le piste ciclabili, reperibili in buona parte dell’incremento delle entrate di ecopass. “Sulle modalità di ampliamento valuteremo tutti insieme, ascoltando i cittadini e partendo dallo spunto del referendum- spiega Maran- L’intento non è quello di fare cassa ma di ridurre le auto in entrata”.
L’idea base sarebbe quella di far pagare 5 euro a tutte le auto in entrata (con agevolazioni per residenti) indipendentemente dalla classe di appartenenza e 10 euro per i veicoli per il trasporto merci. Progetti contro cui si è prontamente sollevata la lobby dei commercianti, e su cui sarà difficile trovare un compromesso capace di conciliare gli interessi dell’ambiente con quelli di chi per lavoro deve entrare in centro città quotidianamente. Per l’aumento del verde poi servirebbero poi 20 milioni l’anno, in parte reperibili dagli oneri di urbanizzazione relativi alle aree di intervento e dalle sponsorizzazioni. Per il mantenimento del parco agroalimentare non sarebbe prevista alcuna spesa, mentre per le politiche sul risparmio energetico, che prevedono la conversione di tutti gli impianti di riscaldamento a gasolio e la diffusione del teleriscaldamento, servirebbero 10 milioni di euro l’anno. Altri 10 milioni l’anno servirebbero per la riapertura dei Navigli e per la riqualificazione della Darsena. Spese che andrebbero coperta mediante la parziale dismissione del patrimonio immobiliare comunale. Grandi progetti e grandi somme.
“Stiamo analizzando bene i conti- conclude Maran- Inizieremo con le piccole cose, a costo zero o basso, come il potenziamento dei mezzi notturni, le corsie preferenziali per i mezzi pubblici. Poi inizieremo con le grandi cose, a seconda delle disponibilità economiche”.
Giulia Cusumano